Artico: si è aperto un insolito buco dell'ozono
Ufo e MisteriLa conferma dal German Aerospace Center in base ai dati del satellite Copernicus Sentinel-5P. Grande un milione di km, ma inferiore al buco sopra il Polo Sud. "Dovrebbe chiudersi a metà aprile"
C'è una forte riduzione delle concentrazioni di ozono
in corrispondenza dell'Artico. Lo hanno registrato i ricercatori tedeschi dell'Istituto Wegner di Potsdam e
lo confermano oggi i colleghi del German Aerospace Center (Dlr) che monitorano
i dati del satellite Copernicus Sentinel-5P spiegando in un articolo pubblicato
sul sito dell'Agenzia spaziale europea che condizioni atmosferiche insolite,
come le temperature di congelamento nella stratosfera, avrebbero fatto
precipitare i livelli del gas, provocando un piccolo buco nello strato
atmosferico.
Un milione di km
quadrati
"L'ozono è un gas naturale e
protettivo che si trova nella stratosfera e protegge la vita sul pianeta dalle
radiazioni ultraviolette del Sole. Il ben noto buco nell'ozono si forma ogni
anno durante l'autunno in corrispondenza dell'Antartide", spiega Diego
Loyola del Centro aerospaziale tedesco. Il team ha utilizzato i dati
dello strumento Tropomi, integrato nel satellite Copernicus Sentinel-5P, per
analizzare un'insolita riduzione nei livelli dell'ozono in atmosfera
sull'Artico.
"Sono stati già individuati in passato dei
piccoli buchi nel Polo Nord, ma quest'anno la riduzione è molto più sostanziosa
rispetto al solito. Con il suo milione di chilometri quadrati, il buco in Artico è
comunque molto ridotto rispetto alla voragine del Polo Sud, che si estende per
circa 20-25 milioni di chilometri quadrati con una durata media di 3-4
mesi", prosegue il ricercatore. "Sebbene in entrambi i poli si
verifichino perdite di ozono durante l'inverno, l'esaurimento in Artico è
significativamente inferiore rispetto a quanto avviene in Antartide".
"I forti venti che fluiscono intorno al
Polo Nord hanno intrappolato l'aria fredda nel cosiddetto 'vortice polare' e
alla fine dell'inverno polare, la luce in Artico ha provocato una deplezione di
ozono insolitamente forte, causando un assottigliamento dello strato del
gas", aggiunge ancora Loyola, specificando però che gli esperti si
aspettano che il buco si chiuda a metà aprile 2020.
"I dati raccolti da Tropomi ci permettono
di monitorare i livelli di ozono dallo spazio", commenta Claus Zehner,
responsabile della missione Esa Copernicus Sentinel-5P.
La variabilità del buco
dell'ozono
"Secondo la valutazione
scientifica delle informazioni 2018 relative ai rapporti della missione, lo strato
dell'ozono si sta riprendendo con un tasso variabile dall'1 al 3% per decennio
dal 2000. Se questo andamento si rivelasse stabile, l'ozono potrebbe
ripristinarsi nell'emisfero nord per il 2030, nell'emisfero australe per il
2050, mentre nelle regioni polari bisognerà attendere il 2060", aggiunge
Zehner, sottolineando l'importanza delle misurazioni dello strumento Tropomi e
del satellite Copernicus Sentinel-5P, che forniscono indicazioni riguardo la
qualita' dell'aria, le radiazioni solari e il monitoraggio del clima.