Allarme West Nile in Italia: primo decesso nel Lazio

SANITA

Il virus West Nile torna in Italia: rilevato in 15 province con il primo decesso a Fondi, nel Lazio. Scopri sintomi, prevenzione e misure attivate dal Ministero.

Il virus West Nile (WNV) torna a far parlare di sé in Italia, con un nuovo allarme sanitario dopo il decesso di una donna di 82 anni a Fondi, in provincia di Latina. La vittima, affetta da patologie croniche, ha contratto la forma neuro-invasiva del virus, confermando come la sorveglianza sanitaria stia intercettando in modo tempestivo i nuovi focolai.

Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità aggiornati al 20 luglio 2025, sono stati segnalati 10 casi umani confermati, di cui 7 nella sola provincia di Latina. Il virus è già stato rilevato in 15 province italiane, mostrando un’espansione geografica costante. Anche se i numeri restano inferiori rispetto al 2024 (quando si contarono 460 casi e 20 decessi), ogni episodio grave rappresenta un importante segnale d’allarme.

Esperti in campo: “Virus ormai endemico, necessario rafforzare la sorveglianza”

Il professor Matteo Bassetti, noto infettivologo, ha dichiarato: “Il virus West Nile è ormai endemico lungo il corso del Po, ma la sua presenza nel Lazio dimostra un preoccupante allargamento del raggio di diffusione”. Anche il Ministero della Salute conferma l’impegno su più fronti: la dottoressa Maria Rosaria Campitiello, direttrice generale della prevenzione sanitaria, sottolinea l’importanza di rafforzare la rete di sorveglianza e aumentare la consapevolezza tra i cittadini.

Nonostante la situazione sia sotto controllo, i dati attuali richiedono attenzione: il virus non si trasmette da persona a persona, ma tramite la puntura di zanzare infette, principalmente del genere Culex, attive soprattutto tra giugno e settembre. Il rischio aumenta per anziani, immunodepressi e persone con patologie pregresse.

Cause e diffusione: il ruolo del clima e della fauna selvatica

La comunità scientifica collega l’espansione del West Nile Virus al cambiamento climatico e all’aumento delle temperature estive. Gli studi evidenziano come le zanzare vettori si riproducano più velocemente in ambienti caldi e umidi, aumentando il rischio di trasmissione del virus in nuove aree del Paese.

Negli ultimi anni, la linea WNV-2 è stata la più frequente in Italia, ma recentemente è ricomparsa anche la linea 1, individuata in uccelli selvatici in Campania e Piemonte. L’Istituto Superiore di Sanità sottolinea l’importanza del monitoraggio ambientale integrato: “L’unione tra dati climatici, studio degli insetti vettori e analisi ornitologiche consente un sistema di allerta precoce efficace per prevenire focolai”.

Prevenzione e consigli utili: come proteggersi

Il Ministero della Salute ha emanato una circolare che prevede il rafforzamento del monitoraggio sanitario, veterinario e ambientale. Le Asl sono state invitate ad aumentare l’attenzione nei pronto soccorso, nei reparti di medicina generale e nei laboratori di analisi. Allo stesso tempo, è partita una nuova campagna informativa rivolta alla popolazione.

Ecco alcune buone pratiche di prevenzione consigliate:

  • Utilizzare repellenti per insetti, soprattutto nelle ore serali e notturne.

  • Indossare abiti a maniche lunghe dopo il tramonto.

  • Eliminare ristagni d’acqua da sottovasi, bidoni, fontane e tombini.

  • Installare zanzariere e, se necessario, ricorrere a trattamenti di disinfestazione mirata.

Conclusione

In conclusione, anche se il numero di casi non è allarmante come in passato, il recente decesso nel Lazio richiama l’attenzione sull’importanza della prevenzione. L’approccio integrato One Health, che mette in relazione salute umana, animale e ambientale, si conferma la strategia più efficace per contrastare questo virus che, complice il riscaldamento globale, rischia di diventare una presenza ricorrente nelle estati italiane.

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