Di Maio toglie ogni paletto: per salvare il governo è pronto a dire sì a tutto (compreso il Mes)

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Di capitani coraggiosi, dalle parti del Movimento 5 S, al momento non se ne vede nemmeno l’ombra

Di capitani coraggiosi, dalle parti del Movimento 5 S, al momento non se ne vede nemmeno l’ombra. C’è, piuttosto, un Luigi Di Maio che ormai dice tutto e il contrario di tutto senza più porsi nemmeno domande, con l’unico obiettivo di tenere unito uno schieramento che unito non è e che però non può crollare di botto proprio ora. E così il leader pentastellato si sottopone a raffiche di interviste destreggiandosi con grande abilità tra le domande senza scontentare nessuno, dai dem che ormai guidano l’azione di governo al turbolento Renzi che minaccia continue burrasche.

Alle pagine de La Stampa, Di Maio ha così lanciato un messaggio di apprezzamento all’Europa, lui che un tempo gridava in piazza la necessità di cambiarla, dicendo di riporre “fiducia nell’operato di Ursula von der Leyen” e lodando la rapidità di intervento dell’Europa nel mezzo della crisi, talmente rapida da non aver ancora dato un singolo euro all’Italia. Ma vabbè, dettagli. La capacità di Di Maio nell’accettare passivamente tutto, in nome della tenuta dell’esecutivo, è ancora più evidente quando si arriva a toccare un argomento notoriamente ostico per i Cinque Stelle: l’accesso ai soldi del Mes.

Nemmeno il Fondo Salva-Stati, contro il quale pure i grillini hanno puntato più volte il dito negli ultimi mesi, è riuscito a scuotere Di Maio dal torpore. Dopo aver tessuto le lodi del Recovery Fund, il ministro degli Esteri ha infatti spiegato: “Dividerei il tema Mes dal tema sanità. Con Zingaretti condivido l’idea di un ammodernamento di un sistema sanitario che deve essere pubblico e accessibile a tutti. Ma sul Mes ripeto che non ho motivo di esprimermi. Il presidente del consiglio ritiene che sarà sufficiente il Recovery Fund e io non dubito delle sue parole”. Insomma, la posizione ufficiale è che il Meccanismo Europeo di Stabilità non serva. Ma a decidere in merito è Conte e, dovesse cambiare idea, anche i vertici del Movimento la cambierebbero di colpo con lui.

Di Maio ha anche sottolineato come la liquidità sia in questo momento fondamentale (“Abbiamo molti soldi che vanno sbloccati immediatamente”), sposando poi le parole di Visco che aveva auspicato una profonda riforma fiscale. Tutti hanno ragione, insomma, e nessuno torto. La mano resta tesa verso gli alleati di governo, qualsiasi strada decidano di imboccare. Il Movimento, ormai, è passato dalla rabbia alla più totale accondiscendenza. Perché quando la poltrona in gioco è la tua, salvarla ha la priorità su tutto.

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