La Casta annulla il taglio dei vitalizi: uno sputo in faccia all’Italia che soffre
ATTUALITAChe bella la festa in piazza del Movimento 5 Stelle quando radunarono tutti per celebrare il taglio dei vitalizi.
Che bella la festa in piazza del Movimento 5 Stelle quando radunarono tutti per celebrare il taglio dei vitalizi. La ricordate? Bene, di acqua sotto i ponti ne è passata, e ieri (26 giugno) con una decisione a maggioranza (tre favorevoli e due contrari) la “Commissione contenziosa” del Senato ha annullato la delibera del Consiglio di presidenza dell’ottobre 2018 che aveva colpito gli assegni (i vitalizi, appunto) per gli ex parlamentari. Annullati, dunque, i tagli per gli ex senatori. Come riporta il Corriere, “a votare a favore il senatore forzista Giacomo Caliendo e i due membri ‘laici’ della Commissione”.
Maurizio Paniz, l’ex deputato e avvocato che ha difeso nel ricorso gli ex senatori, ha addirittura esultato così: “Ripristinato lo stato di diritto! La delibera è stata annullata perché ritenuta ingiustificata a fronte della giurisprudenza consolidata della Corte Costituzionale e del diritto dell’Unione europea”. La delibera è stata annullata perché gli interventi di riduzione degli importi devono rispondere a cinque requisiti, nessuno dei quali era stato rispettato dalla delibera.
“In primo luogo – sottolinea QuiFinanza – non deve essere retroattivo, mentre questo taglio lo era; non deve avere effetti perenni, come invece li aveva la delibera; non deve riguardare una sola categoria ma deve essere ‘erga omnes’, mentre qui si colpivano solo gli ex parlamentari; deve essere ragionevole, mentre questo taglio raggiungeva l’8% degli importi; infine deve indicare dove vanno a finire i risparmi che non possono finire nel grande calderone del risparmio, e anche su questo punto la delibera era carente”.
Ma non è tutto. Palazzo Madama dovrà anche restituire i vitalizi tagliati dall’ottobre 2018 – quando il provvedimento fu approvato – a oggi. Che cosa succede ora? Sempre Paniz lo spiega a Repubblica.it: “Gli effetti sono almeno tre: il Senato può impugnare l’annullamento all’organismo di secondo grado, che in questo caso è il Consiglio di giurisdizione dello stesso Senato. Vanno risarciti gli arretrati, e la Camera potrebbe subire gli effetti di questa decisione”. Si vedrà. La Casta intanto ha di nuovo vinto.