Chrysalis, l’astronave italiana per i viaggi interstellari: il sogno che ha conquistato il mondo
SCIENZAChrysalis, l’astronave italiana per i viaggi interstellari: il sogno che ha conquistato il mondo
Una città nello spazio lunga 58 chilometri La Chrysalis è concepita come una struttura cilindrica modulare di proporzioni colossali: 58 chilometri di lunghezza, 6 chilometri di diametro e una massa stimata in 2,4 miliardi di tonnellate. La forma è studiata per ridurre la sezione anteriore e minimizzare il rischio di impatti con micrometeoriti e detriti orbitali. Questa scelta progettuale riduce anche le sollecitazioni durante le fasi più delicate del viaggio: accelerazione e decelerazione. La propulsione si basa su un sistema a fusione diretta alimentato da elio e deuterio, in grado di generare un’accelerazione costante di 0,1 g. Il piano prevede un anno intero di spinta iniziale, seguito da circa 400 anni di viaggio verso Proxima b, il pianeta extrasolare più vicino che possa ospitare forme di vita simili a quelle terrestri, e infine un anno di decelerazione.
Un ecosistema autosufficiente La parte abitativa è situata nella sezione anteriore ed è progettata per essere completamente autonoma. La struttura rotante coassiale contiene diversi “gusci” concentrici, ciascuno con una funzione specifica: • Livello esterno: produzione alimentare ed ecosistemi autosufficienti. • Secondo livello: spazi comuni e ricreativi. • Terzo livello: abitazioni e giardini pensati per il benessere psicofisico dell’equipaggio. • Livello interno: servizi, aree tecniche e di stoccaggio. • Nucleo assiale: cuore operativo e di controllo della nave. La rotazione di questi moduli genera una gravità artificiale simile a quella terrestre, condizione essenziale per preservare la salute dei passeggeri durante un viaggio pluricentenario.
Vita a bordo e comfort interstellare Il progetto non si limita alla mera sopravvivenza tecnica: grande attenzione è stata dedicata alla qualità della vita. Spazi verdi, zone per l’attività fisica, ambienti sociali e luoghi di contemplazione permetteranno alla comunità di mantenere un equilibrio mentale e sociale nel corso delle generazioni. Particolarmente affascinante è il Cosmo Dome, una cupola panoramica collocata a prua della nave, da cui sarà possibile osservare lo spazio circostante durante il viaggio. Un simbolo della connessione costante con l’universo e un incentivo alla coesione del gruppo.
La sfida di un viaggio di 400 anni Una nave generazionale come la Chrysalis non è pensata per un equipaggio che parte e arriva: il viaggio sarà vissuto da intere comunità, nate e cresciute nello spazio. Questo comporta sfide sociali, psicologiche e logistiche enormi: gestione delle risorse, continuità culturale, educazione, governance interna e coesistenza pacifica. Il team italiano ha affrontato questi temi integrando discipline diverse: dalla psicologia alla pianificazione urbana, dall’ingegneria spaziale all’arte. L’obiettivo è creare un habitat non solo funzionale, ma capace di sostenere una vera e propria civiltà in viaggio.
Dalla teoria alla realizzazione Per ora, la Chrysalis rimane un progetto concettuale, ma il riconoscimento internazionale ottenuto dimostra la solidità dell’idea e la capacità italiana di competere nella frontiera più ambiziosa della scienza: l’esplorazione interstellare. I prossimi passi richiederanno studi approfonditi sulla fattibilità tecnologica, test su scala ridotta e, soprattutto, lo sviluppo di una tecnologia di fusione nucleare stabile e controllata per la propulsione. Ma come insegnano le grandi sfide del passato, ogni conquista spaziale è cominciata con un’idea audace.
La Chrysalis è più di un’astronave: è una visione di futuro, una promessa di resilienza e ingegno umano, e un esempio di come la collaborazione multidisciplinare possa trasformare un sogno in un piano concreto per attraversare le stelle.