Coronavirus, il Governo conosceva i rischi della pandemia: il documento segreto che lo conferma
GOVERNOl Governo italiano conosceva i rischi di uno scoppio della pandemia da COVID-19 con largo anticipo rispetto ai primi casi accertati. Ecco il documento, fino ad oggi segreto, che lo conferma.
Il Governo italiano era a conoscenza dei rischi provocati dal coronavirus in Italia già prima dello scoppio della pandemia.
Come svelato da Repubblica, infatti, quando ancora in Italia non c’erano casi ufficiali di COVID, ma molto probabilmente il coronavirus stava già girando tra la popolazione, all’attenzione del Comitato Tecnico Scientifico arrivò un lavoro realizzato da Stefano Merler, ricercatore della fondazione Bruno Kessler, riguardante i rischi derivanti da una possibile diffusione della pandemia.
Era il 12 febbraio 2020, quando il coronavirus era un rischio per l’Italia ma non vi erano ancora casi accertati; il paziente uno di Codogno, infatti, venne trovato positivo solamente nella giornata del 21 febbraio.
Una notizia di questo genere non può che confermare i dubbi di coloro che ritengono che la pandemia potesse essere meglio contenuta in Italia, prendendo fin da subito decisioni drastiche che avrebbero potuto limitare la diffusione dei contagi.
Il Governo italiano era stato informato dei rischi del coronavirus
Nel dettaglio, il documento presentato al Comitato Tecnico Scientifico nella giornata del 12 febbraio scorso mostrava due diversi scenari nel caso in cui il coronavirus fosse arrivato anche in Italia e non sarebbe stato possibile - come poi effettivamente è stato - contenerlo localmente.
Nel lavoro realizzato da Merler si leggono quelli che potevano essere i numeri della pandemia: due scenari a dir poco preoccupanti che tuttavia non hanno portato il Governo a prendere già da allora le decisioni opportune per limitare il rischio contagio. Questo è rimasto secretato fino ad oggi perché la Presidenza del Consiglio stava valutando se renderlo pubblico; c’è chi riteneva - come ad esempio Andrea Urbani, direttore generale della programmazione del Ministero della Salute - che uno dei scenari ipotizzati da Merler era troppo drammatico per essere divulgato e ci sarebbe stato il rischio di scatenare un panico incontenibile.
Il documento - dal titolo “Scenari di diffusione di 2019-NCOV in Italia e impatto sul servizio sanitario, in caso il virus non possa essere contenuto localmente” - in queste ore è arrivato anche a Repubblica la quale ne ha svelato i contenuti.
Questo mostra, grazie ad alcuni modelli elaborati da Merler sulla base dei 43 mila casi che allora erano già stati registrati nel mondo, due possibili scenari per l’Italia:
- il primo con un indice Rt di 1,3. In questo caso il matematico stimava circa 1 milione di contagi in Italia, con oltre 35 mila vittime;
- il secondo, più pessimista, con un indice Rt di 1,7 e un numero di contagiati che poteva salire a 2 milioni. Le vittime sarebbero arrivate a 60 mila.
Numeri non molto lontani dalla realtà: vero che i contagiati accertati sono 267.000, ma va detto che il dato reale potrebbe essere molto più alto. 35.473 i decessi, a conferma che lo studio di Merler era piuttosto affidabile.
A tal proposito, veniva messo in risalto anche il fabbisogno di letti in terapia intensiva: 60 mila in caso di primo scenario, 120 mila nel secondo. Nel caso in cui fosse stato lo scenario peggiore a concretizzarsi, quindi, per l’Italia ci sarebbe stata una carenza di 10 mila posti di terapia intensiva; perché quindi non organizzarsi per tempo visto che tutti erano consapevoli che in un modo o nell’altro la pandemia sarebbe comunque arrivata in Italia?
Il Governo dovrà fornire le dovute spiegazioni nelle sedi opportune, anche perché è bene ricordare che tre giorni dopo la presentazione del suddetto documento al CTS l’Italia decise di donare 18 tonnellate di materiale sanitario alla Cina. Materiale che si sarebbe poi rivelato indispensabile ma difficilmente reperibile, durante il picco della pandemia.
Giorgia Meloni contro il Governo Conte: “Chiare responsabilità politiche”
Alla pubblicazione da parte di Repubblica del documento segreto che presentava al Governo i rischi della pandemia da COVID-19 in Italia ha seguito un duro sfogo di Giorgia Meloni, la quale dal suo profilo Facebook ha definito queste rivelazioni come “clamorose”.
Questo dossier, infatti, ci conferma che quanto successo era prevedibile e, soprattutto, già previsto: nonostante ciò “il Governo non ha fatto assolutamente nulla per contenere l’epidemia, né preparare il nostro sistema sanitario alla tempesta che stava per arrivare. E non ha fatto nulla neppure per reperire mascherine e protezioni individuali (che spediva in Cina)”.