Coronavirus, primo caso a Capodanno: il documento inchioda Conte! Gli fu inviato ma se ricordate il loro problema era processare Salvini
CRONACALa nota del ministero, 47 giorni prima dell’ ufficializzazione del caso numero uno di “Corona” in Italia, chiarisce anche i sintomi provocati dal Covid-19
Da lì a
un mese i “compagni”, ancora indifferenti all’ arrivo della più grande sciagura
dal dopoguerra, insulteranno Zaia, Fontana e i colleghi del Nord per aver
chiesto una mini quarantena per gli studenti rientranti dalla Cina.
Il Coronavirus
stava per travolgerci. Il governo era al corrente del pericolo ma litigava per
il festival di Sanremo. Queste, in sintesi, le tappe che hanno portato al
disastro.
Cinque gennaio 2020. Il ministero della Salute invia un documento di tre pagine
all’ Istituto superiore di Sanità, all’ ospedale “Sacco” di Milano, allo
“Spallanzani” di Roma, ad altri sei dicasteri e a una pletora di enti. Il
titolo è inquietante: «Polmonite da eziologia sconosciuta». Eziologia, parliamo
il linguaggio della gente, significa lo studio delle cause delle malattie. Il
governo, dicevamo, in sostanza comunica che in Cina la situazione sta sfuggendo
di mano. Cinque gennaio 2020, lo stesso giorno: Cinque Stelle, Pd, Italia Viva
e Leu – i partiti che formano l’ esecutivo – preferiscono protestare con la Rai
per la possibile esclusione dal “festival dei fiori” della giornalista
palestinese Rula Jebreal. La sinistra fa fronte comune. Il ministro grillino
per il sotto-Sviluppo economico Patuanelli è infuriato: «Siamo al paradosso:
non si vuole trasformare la manifestazione in una tribuna politica ma si opera
una scelta di esclusione preventiva, detta anche censura». E che cazzo!
Protesta anche l’ ex presidente della Camera Boldrini.
La nota del
ministero, 47 giorni prima dell’ ufficializzazione del caso numero uno di
“Corona” in Italia, chiarisce anche i sintomi provocati dal Covid-19, ma il
testo, a Palazzo Chigi, non se lo fila nessuno, e quand’ anche qualcuno se lo
fosse filato il risultato è che tre mesi dopo contiamo i morti col
pallottoliere. Conte è impegnato a flirtare con le “sardine”. Di Maio esulta
per la cancellazione della prescrizione. Renzi freme per mandare a processo
Salvini. Il problema, in Italia, è il razzismo.
Da lì a un mese i “compagni”, ancora indifferenti all’ arrivo della più grande
sciagura dal dopoguerra, insulteranno Zaia, Fontana e i colleghi del Nord per
aver chiesto una mini quarantena per gli studenti rientranti dalla Cina.
Ventotto
febbraio. Enrico Bucci, professore di biologia dei sistemi alla Temple
University di Filadelfia, sul suo blog “Cattivi Scienziati” evidenzia che nell’
ultima settimana del 2019, all’ ospedale di Piacenza – a pochi chilometri dal
focolaio di Codogno – c’ erano già stati 40 ricoveri per polmonite, «un picco
assolutamente anomalo e già all’ epoca giudicato eccezionale e indipendente da
inquinanti o altre condizioni specifiche. Retrospettivamente» aggiunge il
professore nell’ analisi pubblicata un mese fa «sulla base di ciò che sappiamo
dei sintomi causati dal Coronavirus, la cosa non poteva che destare ovvi
sospetti: e infatti è risultato che molti “vecchi” pazienti di polmonite oggi
presentano anticorpi contro il Coronavirus, a dimostrazione del fatto di essere
stati a suo tempo infettati». Sono i giorni in cui il portavoce di Rocco
Casalino, l’ avvocato di Volturara Appula, va dicendo che il Covid-19 al
massimo ci farà il solletico. Di Maio si prepara a chiamare “Vairus” il virus.
Ai primi di
febbraio l’ Istituto superiore di sanità si riunisce almeno tre volte. Alle
riunioni, lo riporta il Fatto Quotidiano, partecipa anche il professor Antonio
Pesenti, direttore di rianimazione al Policlinico di Milano, il quale avvisa
che in caso di contagio le terapie intensive andranno in sofferenza: purtroppo
è stato facile profeta. Nel frattempo il ministro dell’ Economia Gualtieri
annuncia: «Vedrete che il Pil salirà». Previsione azzeccata Robbè! Veniamo a
oggi. Il sito dell’ università di Padova dà notizia di uno studio firmato da 16
ricercatori in base al quale il primo caso confermato di Covid-19 in Lombardia risalirebbe
al primo gennaio.
Gli
autori, coordinati da Danilo Cereda (dg Welfare della Regione Lombardia),
Marcello Tirani (Agenzia per la tutela della salute di Pavia) e Francesca
Rovida (Policlinico “San Matteo” di Pavia), riportano l’ analisi dei primi 5.830
episodi confermati di Covid in Lombardia dall’ inizio dell’ anno all’ 8 marzo.
Il lavoro è disponibile su ArXiv, un database ad accesso libero che comprende
opere di ricerca nella versione in cui sono state sottoposte alla revisione
delle riviste scientifiche.
Degne di nota, soprattutto alla luce della tragica mancanza di mascherine (il governo era impegnato a guardare Morgan e Bugo) anche le analisi dei tamponi nasali, che per i ricercatori non mostrano differenze di carica virale tra sintomatici e asintomatici, confermando che entrambe le tipologie di pazienti sono in grado di trasmettere allo stesso modo l’ infezione. Il ministro Boccia, qualche giorno fa, si è presentato in conferenza stampa con una mascherina a penzoloni per prendere per i fondelli l’ assessore lombardo Gallera. In realtà ha preso per il culo un intero Paese.