Shi Zhengli, la virologa “Bat Woman”: «Il coronavirus non è partito da Wuhan, Trump chieda scusa»

CRONACA

Shi Zhengli ha risposto alla rivista Science. E spiega che il SARS-CoV-2 è stato molto probabilmente originato dai pipistrelli. E non crede che il passaggio sia avvenuto a Wuhan o nella provincia dello Hubei

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PECHINO — Shi Zhengli, 56 anni, virologa cinese con Ph.D all’università di Montpellier in Francia, ricercatrice sul campo (ha studiato i pipistrelli nelle grotte per più di quindici anni), da gennaio è diventata famosa e famigerata.  Secondo l’accusa, generica e mai provata, dall’Istituto di virologia di Wuhan sarebbe potuto sfuggire il coronavirus che ha fatto sprofondare il mondo nella pandemia . La voce è partita dai tabloid inglesi, è rimbalzata sui social network complottisti e ha dato a Donald Trump lo spunto per coniare gli slogan «Virus di Wuhan», «Virus cinese» e anche «Kung Flu», un brutto gioco di parole che mischia arti marziali e influenza.

Ora la scienziata soprannominata Bat Woman dice alla rivista Science: «Le affermazioni del presidente Trump che il SARS-CoV-2 è sfuggito dal nostro istituto contraddicono totalmente i fatti, danneggiano il nostro lavoro accademico e la nostra vita personale. Il presidente Trump ci deve le sue scuse».
Science ha mandato domande scritte a Shi Zhengli due mesi fa, ha ricevuto le risposte per email il 15 luglio e le ha appena pubblicate.

La domanda sulle accuse americane è solo la numero 16 di 18, ma la risposta politica ed emotiva ha dato il titolo all’intervista della rivista scientifica. Oggi il coronavirus ha contagiato 16.199.447 persone nel mondo, uccidendone 648.403, però il virus politico si è diffuso anche nel dibattito scientifico. La scienziata dice di aver scoperto con i suoi colleghi il nuovo virus alla fine del 2019, in pazienti con una polmonite di origini sconosciute. «Prima di allora, non eravamo mai stati in contatto con il virus, né lo avevamo studiato, né eravamo a conoscenza della sua esistenza». Dopo aver studiato, la dottoressa Shi crede che «il SARS-CoV-2 è stato molto probabilmente originato dai pipistrelli. Può aver subito un’evoluzione in uno o più ospiti intermedi, essersi adattato all’uomo e alla fine essersi diffuso nella nostra specie. Comunque, resta ancora da determinare quale sia stato l’ospite intermedio e come il virus sia passato all’uomo».

Domanda di Science: è possibile che un pipistrello abbia infettato qualcuno a Wuhan? In caso contrario, dove può essere accaduto? Che cosa pensa della teoria secondo cui persone infette che vivevano vicino a miniere abitate da pipistrelli abbiano portato il contagio a Wuhan?
Risposta: «Ci sono solo due possibilità per la trasmissione tra specie animale e umana. La prima è che il virus sia passato direttamente da un pipistrello a un uomo, l’altra è che sia servito un ospite intermedio. Per il SARS-CoV-2, anche se la prima ipotesi non è da escludere, la probabilità è molto bassa. Tendo a sostenere il secondo scenario. Dove il passaggio tra animali intermedi sia avvenuto non è ancora stato scoperto scientificamente. Sappiamo dalla storia, come quella dello HIV (il virus dell’Aids, ndr), che i luoghi dove sono scoppiate le grandi malattie di solito non sono gli stessi in cui sono originate, vale a dire non sono quelle dove è accaduto lo spillover (il salto da animale a uomo, ndr). Non credo che il passaggio sia avvenuto a Wuhan o nella provincia dello Hubei. Quanto alle miniere, penso che vi riferiate alla cava dei pipistrelli a Tongguan, nella provincia di Yunnan. Fino a oggi, nessun abitante della zona è stato infettato da coronavirus. Così, la teoria secondo cui il paziente zero viveva vicino alla zona mineraria e poi ha viaggiato fino a Wuhan è falsa».

Science ha chiesto ancora: quale è stato il ruolo del mercato del pesce di Wuhan? È diventato chiaro che molti dei primi casi in città non erano legati al mercato...
Risposta della dottoressa: «Come avete sottolineato nella domanda, alcuni dei primi pazienti non avevano una storia di frequentazione del mercato Huanan di Wuhan. Abbiamo individuato lì il SARS-CoV-2 in campioni come maniglie di porte, la pavimentazione e gli scarichi, ma non in campioni di animali surgelati. Il mercato potrebbe essere stato solo un luogo affollato dove si è verificato un focolaio».

Prima della lunga intervista scritta a Science, «Bat Woman» (soprannome che le era stato dato in tempi non sospetti per la sua dedizioni allo studio dei pipistrelli) aveva reagito ai sospetti sul suo laboratorio di Wuhan a febbraio, quando aveva raccontato di aver ricevuto una telefonata alle 7 di sera del 30 dicembre 2019, mentre era a una conferenza a Shanghai: «Era il direttore dell’Istituto di prevenzione e controllo delle malattie virali, da Wuhan, e mi disse di lasciar perdere qualsiasi cosa stessi facendo e tornare, avevano trovato un nuovo coronavirus in due pazienti con polmonite». Shi Zhengli ha detto di aver avuto il dubbio atroce: «Può essere venuto dal nostro laboratorio?». Rientrata a Wuhan la scienziata accertò che non era possibile e disse. «Posso garantirlo sulla mia vita». La comunità scientifica le ha dato ragione, anche se nessuna indagine indipendente è stata condotta a Wuhan.

Le risposte di Shi Zhengli a Science sono state coordinate con l’Accademia cinese delle scienze, ha detto la rivista. E ci sono voluti due mesi. Il biologo Kristian Andersen di Scripps Research sospetta che le risposte siano state «attentamente scrutinate», ma osserva che «sono logiche e coerenti con la scienza». Secondo Richard Ebright, biologo della Rutgers University, che invece teme all’incidente di laboratorio, invece le risposte «sono robotiche, repliche di precedenti affermazioni delle autorità cinesi».

Shi Zhengli conclude le risposte a Science così: «Negli ultimi vent’anni i coronavirus hanno gettato il caos nella vita umana e nell’economia, vorrei fare un appello a rafforzare la cooperazione internazionale nella ricerca sulle origini dei virus emergenti. Spero che gli scienziati del mondo possano lavorare uniti».

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