Virologo Tarro: "Covid sparirà come Sars, lo dimostra uno studio"
CRONACA"Sars-Cov-2 o si adatta o è destinato a morire". Lo afferma lo scienziato e virologo Giulio Tarro, in un'intervista sul blog della Fondazione Petro Nenni.
"Sars-Cov-2 o si adatta o è
destinato a morire". Lo afferma lo scienziato e virologo Giulio Tarro,
in un'intervista sul blog della Fondazione Petro Nenni. L'esperto cita
"uno studio fatto a Singapore", e pubblicato in pre-print su Biorxiv
"nel quale si dimostra che coloro che hanno avuto la prima Sars e sono
guariti, hanno sviluppato un’immunità cellulare tale da renderli immuni anche
al Sars-Cov-2. E questo perché i beta-coronavirus, categoria alla quale il
Sars-Cov-2 appartiene, sono in grado di sviluppare un’immunità di tipo
cellulare, addirittura più importante di quella derivante dalla produzione di
Igg".
"Si tratta di un risultato
fondamentale, perché sta a dimostrare che il Sars-Cov-2 è per gran
parte identico al beta-coronavirus della prima Sars e, quindi, avrà il suo
stesso decorso", aggiunge alludendo al fatto che la Sars scomparve
dopo alcuni mesi. Secondo Tarro, per recuperare tranquillità, "meglio
spegnere la televisione e godersi una passeggiata all’aria aperta in buona
compagnia".
Quindi, tornando sulle polemiche innescate
dalle dichiarazioni dell'esperta sulla contagiosità degli asintomatici, Tarro
afferma: "Come al solito si spara a zero senza cercare di capire quello
che una persona vuole effettivamente dire, specialmente se alcune dichiarazioni
non collimano con un'opinione corrente. Da un punto di vista scientifico, ha
ragione la rappresentante dell'Oms" Maria van Kherkhove: "Un
asintomatico infettivo non esiste. Non avendo sintomi in quanto non ha una
grande quantità di virus al suo interno, non può infettare proprio per questa
ragione".
Tarro cita "uno studio recente
pubblicato su PubMed. La van Kerkhove, tuttavia, ha precisato che sarebbe più
corretto parlare di sintomatico lieve, cioè con pochi sintomi. Lei ha tenuto a
fare questa distinzione, che io trovo corretta sul piano scientifico". E
un sintomatico lieve può contagiare? "Bisogna sempre contestualizzare le
varie situazioni. Se ci troviamo in una condizione di massima carica virale da
parte del virus, in un certo periodo dell'anno, a determinate temperature, in
alcuni luoghi chiusi sovraffollati: in questi casi, allora, le misure di
distanziamento sociale e di protezione individuale hanno un senso anche
nell'eventualità di incontrare un sintomatico lieve - dice Tarro - Ma se la
situazione è quella in cui ci troviamo adesso, non hanno proprio ragione di
esistere".