DAL CONGRESSO ALL’EPIDEMIA: IL FILO NERO TRA UN DOCUMENTO SCOMPARSO E L’OMBRA DELL’HIV

SALUTE

DAL CONGRESSO ALL’EPIDEMIA: IL FILO NERO TRA UN DOCUMENTO SCOMPARSO E L’OMBRA DELL’HIV


Riferimenti ufficiali

H.R. 15090 – Department of Defense Appropriation Act, 1970
91st Congress (1969–1970)
Link in chiaro: https://www.congress.gov/bill/91st-congress/house-bill/15090
Su Congress.gov è presente il titolo del provvedimento, ma il testo completo non risulta disponibile in HTML.

Versione PDF nel Statutes at Large
Public Law No. 91-171, 83 Stat. 469, approvata il 29 dicembre 1969
Link in chiaro: https://www.congress.gov/bill/91st-congress/house-bill/15090/text

Trascrizione non ufficiale (Scribd)
Testo reperito tramite scansioni e riproduzioni private:

“Within a period of 5 to 10 years it would be possible to produce a synthetic biological agent, an agent that does not naturally exist and for which no natural immunity could have been acquired.”
Link in chiaro: https://www.scribd.com/document/20578411/House-Bill15090-Transcript

Il 29 dicembre 1969, il Congresso degli Stati Uniti approva l’House Bill 15090, parte del Department of Defense Appropriation Act. È un atto di stanziamento fondi, apparentemente innocuo, ma dentro le audizioni e i documenti collegati si nasconde una frase che oggi appare carica di implicazioni. In poche righe, un funzionario del Dipartimento della Difesa dichiara che, nel giro di cinque o dieci anni, sarebbe stato possibile creare un agente biologico sintetico, inesistente in natura e contro cui nessun essere umano avrebbe potuto sviluppare immunità naturale.

La frase è breve, ma ha un peso enorme. Non è un’ipotesi letteraria o un’esagerazione giornalistica: è parte del verbale di un atto ufficiale del Congresso. Eppure, cercando sul sito Congress.gov, quella porzione di testo non è visibile. Resta solo il titolo della legge, mentre il contenuto è accessibile, nella sua interezza, solo attraverso PDF degli Statutes at Large o fonti non ufficiali come trascrizioni su Scribd.

Questo dettaglio si colloca in un contesto storico particolare. Gli Stati Uniti, tra anni ’50 e ’70, portano avanti programmi segreti che oggi sono ampiamente documentati. Il progetto MKUltra sperimenta droghe e tecniche di condizionamento mentale su cittadini e pazienti inconsapevoli. Gli Human Radiation Experiments espongono persone a radiazioni per studiare effetti biologici a lungo termine. Il Project SHAD testa armi chimiche e biologiche su navi ed equipaggi ignari. Operazioni di irrorazione atmosferica rilasciano agenti chimici e biologici su intere aree urbane per studiare la dispersione di aerosol.

Tutti questi programmi sono stati declassificati, ma solo dopo decenni, e sempre con omissioni significative. In questo panorama, leggere nel 1970 di un “agente biologico sintetico” senza immunità naturale non suona come un esercizio di teoria: suona come un progetto già in corso, pronto a passare dalla fase di laboratorio alla realtà.

Il documento del 1970 non solo menziona questa possibilità, ma le attribuisce una finestra temporale precisa: 5–10 anni. È proprio in quel lasso di tempo che, nei primi anni ’80, negli Stati Uniti viene segnalata una nuova sindrome: un’immunodeficienza grave che colpisce inizialmente gruppi specifici — uomini gay, tossicodipendenti, riceventi di trasfusioni — e che presto si rivelerà essere la punta di un iceberg sanitario globale.

Nel 1983, il virus HIV viene identificato come causa dell’AIDS. Le sue caratteristiche sono straordinarie e devastanti: attacca selettivamente i linfociti T CD4+, elementi centrali della risposta immunitaria, fino a rendere il corpo incapace di difendersi da infezioni comuni. È, di fatto, un agente che aggira completamente il sistema immunitario, proprio come descritto nel documento del 1970.

Coincidenza? Forse. Ma la tempistica è precisa. La previsione del documento e l’emergere del virus coincidono quasi perfettamente. Il meccanismo biologico — un patogeno capace di superare le difese dell’organismo — è lo stesso. Il contesto — un’epoca in cui i laboratori militari lavoravano su armi biologiche e su retrovirus animali — rende il parallelo difficile da ignorare.

Il mistero si infittisce quando si prova a recuperare la fonte originale. Congress.gov mostra il titolo, ma non la trascrizione integrale della parte che cita l’agente sintetico. Le copie cartacee e i microfilm disponibili sono rare e spesso incomplete. La frase sopravvive solo grazie a trascrizioni parallele e a scansioni di documenti non ufficiali.

Non è un fenomeno isolato. Quando nel 1973 la CIA ordina la distruzione dei file di MKUltra, gran parte delle prove dirette sparisce. I rapporti del Project SHAD vengono rilasciati solo in forma parziale, con intere pagine annerite. I documenti sugli esperimenti chimici in città americane sono spesso “illeggibili” nei punti più sensibili.

Alcuni ex ricercatori di Fort Detrick, centro nevralgico della guerra biologica USA, hanno dichiarato negli anni ’90 che la ricerca su retrovirus umani e animali era già attiva alla fine degli anni ’60. Alcuni studi, finanziati con fondi del Dipartimento della Difesa, miravano a capire come virus animali potessero adattarsi all’uomo e bypassare l’immunità. La segretezza era totale: compartimentazione dei dati, accessi limitati, comunicazioni interne classificate.

La storia dell’H.R. 15090 è, dunque, un esempio perfetto di come un documento pubblico possa scomparire parzialmente dalla consultazione diretta e di come la sua assenza alimenti sospetti. L’assenza di trasparenza non dimostra automaticamente un legame tra quel testo e l’HIV, ma impedisce di escluderlo con certezza.

Oggi, quando si parla di fiducia nelle istituzioni, la trasparenza archivistica è cruciale. I cittadini hanno il diritto di accedere a documenti storici completi, soprattutto se riguardano la salute pubblica e decisioni di ricerca scientifica con potenziali implicazioni globali. La sparizione parziale del testo dell’H.R. 15090 non è solo una curiosità burocratica: è un monito sul rapporto tra potere, segretezza e salute collettiva.

Le coincidenze temporali e biologiche sono forti abbastanza da giustificare un’inchiesta aperta. Non per confermare teorie senza prove, ma per fare luce su un pezzo di storia americana che, tra buchi di archivio e silenzi istituzionali, rischia di rimanere nelle pieghe della memoria. L’ombra di un “agente sintetico” del 1970 e l’eco di un virus devastante degli anni ’80 ci ricordano che il confine tra previsione e realizzazione, nella ricerca militare, può essere molto sottile.

Fonti primarie:
https://www.congress.gov/bill/91st-congress/house-bill/15090
https://www.congress.gov/bill/91st-congress/house-bill/15090/text
https://www.scribd.com/document/20578411/House-Bill15090-Transcript

 

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