David Puente in commissione anti fake news: da Di Pietro, passando per Casaleggio e Boldrini, una storia di “specchiata imparzialità”
CRONACALa sua “storia” politica tuttavia, va di pari passo con la costruzione della propria storia professionale. Inizia il suo percorso nella Casaleggio e Associati, curando proprio il blog personale e la comunicazione di Antonio Di Pietro.
Istituita la commissione anti fake news, se non è oltraggio
anche questo, sarebbe ben il caso di soffermarsi sui suoi componenti, se non
altro perché avremmo quanto meno diritto di sapere a chi è affidata la
valutazione delle nostre opinioni.
Tra gli
esperti di bufale è stato reclutato il noto debunker in forze ad OPEN David
Puente, che nonostante fosse stato esortato dal suo direttore Mentana a non
accettare l’incarico, con un lungo post su fb (scritto evidentemente mentre si
arrampicava su una parete di cristallo) ci illumina sui motivi che invece lo
hanno indotto ad accettare: “No alle sante inquisizioni, no ai ministeri della
verità, vado e faccio parte della commissione perché altrimenti altri non
saranno così equanimi e disinteressati come invece lo sono io, darò una mano ai
cittadini e non al governo, le linee guida le detto io”.
Tralasciamo
il delirio di onnipotenza e chiediamoci quanto possiamo essere tranquillizati
da questa dichiarazione d’intenti, magari raffrontandola con la storia
personale e professionale del Salomone de Noantri.
Politicamente,
perché Puente ha anche un embrione di storia politica, nasce nell’Italia dei
Valori, diventando anche coordinatore regionale del Friuli Venezia Giulia del
movimento giovanile del Partito di Di Pietro. Poi strada politica facendo si
invaghisce dei Meet Up a 5 stelle e ne organizza alcuni trasportato dalla forza
trascinante dell’idea di Beppe Grillo.
Matrice
costante di queste esperienze è il giustizialismo esasperato dei partiti in cui
il Nostro ha militato.
La sua
“storia” politica tuttavia, va di pari passo con la costruzione della propria
storia professionale. Inizia il suo percorso nella Casaleggio e Associati,
curando proprio il blog personale e la comunicazione di Antonio Di Pietro. Dopo
la rottura tra Di Pietro e Casaleggio, Puente resta in forze all’agenzia di
comunicazione, abbraccia le idee grilline e successivamente segue personalmente
a contratto alcuni esponenti del M5S. Dopo aver costruito delle solide basi,
poi, abbandona il Movimento in aperto contrasto con i politici, ma bene con
Casaleggio, col quale seguita ad intrattenere rapporti di cordialità.
Ora può
camminare da solo e inizia ad interessarsi esclusivamente della causa che più
gli sta a cuore: la caccia alle bufale che tanto affliggono il web e che
pericolosamente narcotizzano il popolo bue. Si fa un nome, la Presidenta
Boldrini lo nota nella folla e se lo accaparra.
Lo fa
consulente della Presidenza della Camera dei Deputati per un progetto di
sensibilizzazione contro le bufale, ne nasce uno studio che è probabilmente
base dottrinale per la famigerata Commissione Boldrini, trasformata con questa
legislatura nella nota Commissione Segre.
Non è
nuovo, dunque, Puente ai progetti di pacata “sensibilizzazione” dell’opinione
pubblica, lo possiamo definire un ideologo del settore. Eppure si dice un uomo
libero che ha scelto di fare del debunking una ragione di vita, che lo scovare
bufale è una missione innanzi tutto culturale, nella sua narrazione un mestiere
da supereroi, dimentica però che ognuno ha il proprio posto nella società e che
se Batman a Gotham City non lo hanno nominato ministro dell’interno una ragione
ci sarà.
E dunque,
in fondo in fondo, non si sa quanto si possa dormire sonni tranquilli dopo aver
esposto sul web e sui social le proprie idee sul Covid 19, considerato che il
controllore, non solo non è da nessuno controllato, ma ha note propensioni
giustizialiste con pennellate dem e solida e non celata attitudine anti
sovranista, chissà cosa consiglierà di censurare allo zelante sottosegretario
all’editoria inventore della commissione anti fake news.
Date le premesse, torna alla mente che nel 1922 nasceva l’ufficio stampa del presidente del Consiglio, che nel 1934 viene trasformato nel sottosegretariato per la stampa e la propaganda, che nel 1935 viene denominato Ministero per la Stampa e la Propaganda, che nel 1937 assume l’assetto definitivo: nasce il MinCulPop …