Eurogendfor: La Polizia Europea con “Totale Immunità Giudiziaria”
POLITICALa cosa più preoccupante in assoluto di questa milizia, è la sua totale autonomia. L’Eurogendfor, infatti, non deve rispondere a nessuno e gode di una “totale immunità giudiziaria”.
La cosa più preoccupante
in assoluto di questa milizia, attualmente posta sotto il comando del
colonnello olandese Cornelis Kuijs, è la sua totale autonomia. L’Eurogendfor,
infatti, non deve rispondere né ai Parlamenti delle nazioni che l’hanno creata,
né, tanto meno, a quello europeo di Strasburgo. Soprattutto, parrebbe che i
membri dell’Efg possano godere di una “totale immunità giudiziaria”.
Che cosa potrà succedere
in occasioni dove l’ordine pubblico dovrà rispondere ai nuovi gerarchi? Sulla
questione di queste milizie regna il silenzio.
L’Eurogendfor altro non è che l‘European Gendarmerie Force, una
sorta di esercito sovranazionale dotato di poteri
straordinari, formato da 800 militari sempre pronti a
intervenire in ogni luogo del pianeta e una riserva di di circa 2000 uomini
attivabili entro trenta giorni.
Questa gendarmeria nacque nel 2004 su iniziativa di cinque Paesi
Membri dell’Ue: Francia, Italia, Portogallo, Spagna e Paesi Bassi. Proprio quelli che, il
18 ottobre 2007, firmarono a Noordwijk il Trattato di Velsen, il quale, formato
da appena 42 articoli, ne disciplina compiti e poteri. Nel 2008, poi, ai cinque
stati “padri” si aggiunse anche la Romania.L’Egf, che ha
sede a Vicenza, presso la caserma Chinotto, è a disposizione dell‘Unione
Europea, della Nato, dell’Onu e dell’Ocse, eppure non risponde a
nessuno di essi, ma solo al Cimin (Comitato Interministeriale di Alto
Livello), ossia a quel gruppo di ufficiali e
rappresentanti del Ministero Esteri e Ministero Difesa. Rapidamente
schierabile, composta da forze di polizia con status
militare, interviene in scenari
di crisi per riportare l’ordine pubblico.
Dalla sua nascita, ha – ufficialmente – operato in almeno tre
scenari: in Bosnia Erzegovina dal 2007 al 2010, nell’ambito della Missione
Eufo “Althea”; ad Haiti, nel 2010,
a seguito del terremoto, rispondendo alla richiesta dell’Onu; in Afghanistan, sotto
l’egida della Nato, dove tuttora addestra la Polizia locale. Eppure
non sono in pochi a ritenere che sia stata schierata anche in altre località e
contesti, come in Grecia durante le rivolte anti-austerity.
La cosa più
preoccupante di questa milizia, come abbiamo già detto, è la sua
totale autonomia e la sua “totale immunità giudiziaria”. Nel Trattato
di Velsen, il documento firmato dai ministri dei paesi che l’hanno costituita,
si possono trovare infatti elencati i diversi “super poteri” che questa milizia
europea si è vista riconoscere.Nell’articolo 21, per esempio,
si cita l’inviolabilità dei locali, degli edifici e degli archivi della
gendarmeria. In quello successivo, ecco comparire l‘immunità delle
proprietà e dei capitali dell’Egf da provvedimenti esecutivi dell’autorità
giudiziaria dei singoli Stati.
E ancora: l’articolo 23 prevede
che tutte le comunicazioni degli ufficiali della forza in questione non
possano essere intercettate da nessuna autorità giudiziaria, mentre il
ventinovesimo, il più illuminante di tutti, spiega come il personale
EGF non possa essere soggetto a “procedimenti di esecuzione di giudizi a
loro carico, relativi a situazioni derivanti dallo svolgimento dei loro compiti
ufficiali, emessi dallo Stato ospite o di destinazione.”
Una carta bianca che permette ai super militari di far quello
che preferiscono, appena mitigata dall’articolo 13, che sottolinea come il
personale EGF debba “rispettare la legge in vigore nel Paese ospite o nel
Paese di destinazione”. Inoltre, nell’articolo 28 del Trattato, si chiarisce
che i paesi aderenti rinunciano a chiedere indennizzi per eventuali danni
procurati dalla milizia.
Una lunga serie di protezioni, dunque, che, assieme al silenzio
che regna su di essa, andrebbe a coprire questa forza di polizia
internazionale, la quale può operare in tutte le fasi di gestione di una crisi: quella iniziale,
“attraverso la stabilizzazione e il ripristino delle condizioni di ordine,
sicurezza pubblica, sostituendo o rafforzando le forze di polizia locali deboli
o inesistenti”; quella di transizione, “continuando a svolgere la sua missione
come parte della componente militare, facilitando il coordinamento e la
cooperazione con unità di polizia locali o internazionali”; e nel disimpegno,
“agevolando il trasferimento delle responsabilità dai militari alla catena di
comando civile.”
Il Trattato di Velsen, inoltre, affida ad Eurogendfor una serie
di impegni e compiti che sollevano numerose incognite. Oltre al garantire la
pubblica sicurezza e svolgere attività di polizia giudiziaria, l’Egf può
controllare, sostituirsi o istruire le polizie locali, dirigere
la pubblica sorveglianza, operare alle frontiere, acquisire ogni genere di
informazione e, infine, svolgere operazioni d’intelligence.
Ed è proprio quest’ultimo punto, quello che preoccupa i più: una
superforza che tutto può, con la benedizione di stati e organizzazioni, una
struttura militare sovranazionale in grado di operare in qualsiasi angolo del
globo, senza dover render conto a nessuno, che si
configura anche come organo di spionaggio interno ed esterno. In
poche parole, una bomba innescata in mano ai potenti, i
quali, secondo alcuni, l’avrebbero già utilizzata a proprio piacimento per
placare proteste e rivolte.
E’ il caso, appunto, della
Grecia. In questa direzione, non sono in
pochi a domandarsi quanto tempo debba trascorrere prima che i supermilitari
intervengano anche in Italia,
considerata la crisi sia governativa che finanziaria in cui il nostro paese
riversa e che lo spinge perennemente sull’orlo del baratro. Oltre il quale, ci
sono pochi dubbi, ci attendono i manganelli dell’Egf.