Fratello morto 3 anni a Galbiate: cadavere trovato mummificato

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Galbiate, piccolo comune della provincia di Lecco, è stato teatro di una vicenda agghiacciante che sembra uscita da un romanzo noir, ma che purtroppo è tragicamente reale.

Un uomo di 58 anni avrebbe vissuto per almeno tre anni con il corpo del fratello, ormai mummificato, all’interno della propria abitazione. Una convivenza silenziosa e macabra, interrotta solo dall’intervento delle forze dell’ordine e dei servizi sociali.

Il cadavere, identificato come quello di Angelo Spreafico, era disteso su un letto, in una stanza chiusa da tempo. Le condizioni in cui è stato trovato non lasciavano dubbi: il corpo era mummificato, segno che la morte risaliva a diversi anni fa.

La segnalazione dei vicini

La scoperta è stata resa possibile grazie alla segnalazione di alcuni vicini di casa, insospettiti dalla totale assenza di notizie del 62enne. Nessuno lo vedeva da tempo, e le tende sempre tirate, unite a un via vai minimo dall’abitazione, avevano acceso il sospetto che qualcosa non andasse.

Non si trattava di semplici curiosità di paese: il silenzio di quella casa era diventato inquietante. Così, la preoccupazione si è trasformata in un allarme formale, spingendo i servizi sociali a intervenire insieme alle forze dell’ordine.

L’intervento delle autorità

Quando agenti e assistenti sociali hanno varcato la soglia della casa, si sono trovati davanti a un ambiente chiuso e segnato dal tempo. In una delle stanze, il letto custodiva ciò che restava di Angelo Spreafico: un corpo senza vita da anni, conservato in modo naturale al punto da assumere l’aspetto di una mummia.

La scena, descritta dagli investigatori come “fortemente impattante”, ha aperto immediatamente un’indagine per chiarire non solo le cause della morte, ma soprattutto le motivazioni del fratello sopravvissuto.

Il fratello sotto tutela

L’uomo di 58 anni, unico convivente, è stato portato in un luogo protetto. Gli inquirenti intendono ascoltarlo per ricostruire la sequenza degli eventi. Una delle ipotesi al vaglio è che possa trattarsi di un caso di disagio psichico grave, che lo avrebbe portato a vivere nella totale negazione della morte del fratello.

Resta tuttavia da capire se vi siano state altre motivazioni dietro il mancato allarme alle autorità. Non si esclude, ad esempio, la possibilità che l’uomo abbia temuto conseguenze economiche o legali, scegliendo di non denunciare il decesso.

Anni di silenzio

Secondo quanto emerge dalle prime verifiche, Angelo Spreafico non dava più segni di vita da prima del 2022. Alcuni conoscenti hanno riferito che già allora i contatti con lui erano sporadici. In paese, tuttavia, nessuno immaginava un epilogo simile.

Nel frattempo, l’abitazione era rimasta apparentemente abitata, ma in realtà isolata dal resto della comunità. Una routine che ha permesso al 58enne di continuare la propria vita all’interno delle mura domestiche senza attirare troppo l’attenzione, almeno fino all’arrivo della segnalazione decisiva.

Le indagini

Gli inquirenti stanno eseguendo accertamenti medico-legali per stabilire l’esatta data del decesso e verificare eventuali tracce di cause non naturali. Tuttavia, dalle prime analisi, non sembrerebbero esserci segni di violenza.

Il caso potrebbe dunque rientrare in una dinamica complessa di isolamento sociale estremo, un fenomeno che in Italia, seppur raro, ha precedenti documentati. In queste situazioni, la perdita di un familiare può sfociare in comportamenti irrazionali e in una convivenza prolungata con il corpo del defunto.

Un paese sotto shock

A Galbiate, la notizia ha lasciato tutti increduli. Un piccolo centro dove tutti si conoscono, e dove episodi simili sembrano appartenere ad altri mondi. Il silenzio dei vicini è ora sostituito da un brusio continuo di domande: come è possibile che nessuno si sia accorto prima? Perché il fratello non ha chiesto aiuto?

Domande che forse troveranno risposta solo con il proseguire delle indagini, ma che già oggi mettono in evidenza una triste verità: la solitudine e l’isolamento possono nascondere drammi profondi, invisibili fino a quando non esplodono nella loro crudezza.

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