Lo squalo arancione dei Caraibi: il mistero genetico che ha sorpreso gli scienziati
UFO E MISTERILo squalo arancione dei Caraibi: il mistero genetico che ha sorpreso gli scienziati
Avvistato al largo del Costa Rica un rarissimo esemplare di squalo nutrice dal colore arancio brillante. Non è Photoshop: la spiegazione sta in una mutazione genetica che unisce albinismo e xantismo. Un caso unico al mondo, che ci ricorda quanto gli oceani custodiscano ancora segreti inattesi.
L’avvistamento
Acque turchesi, barriere coralline e fondali pullulanti di vita. È in questo scenario, nel Mar dei Caraibi al largo del Costa Rica, che un gruppo di subacquei si è imbattuto in uno spettacolo mai visto prima: un squalo nutrice (Ginglymostoma cirratum) di circa due metri di lunghezza, dal corpo interamente color arancione brillante.
Le fotografie hanno immediatamente fatto il giro del mondo. In un’epoca dominata dalle immagini generate dall’intelligenza artificiale, la domanda è sorta spontanea: “È reale?”.
Sì, ed è stato documentato in uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Marine Biodiversity.
Che cos’è l’albino-xantismo
Gli autori spiegano che l’animale era affetto da una condizione genetica eccezionalmente rara: albino-xantismo.
- Albinismo: assenza (totale o parziale) di melanina, il pigmento responsabile dei colori scuri.
- Xantismo: iper-espressione dei pigmenti gialli (xantofori), che tingono pelle e tessuti di tonalità giallo–oro.
La combinazione delle due anomalie ha generato il risultato: un corpo interamente arancione, mai osservato prima in questa specie.
Perché è importante
Non si tratta solo di un curioso effetto estetico. In natura, il colore ha un valore cruciale per:
- mimetismo: confondersi con l’ambiente e sfuggire ai predatori;
- comunicazione: riconoscersi tra simili, attrarre partner;
- protezione: schermare la pelle dai raggi solari.
Uno squalo arancione, in teoria, è molto più visibile rispetto ai suoi simili dal colore grigio–marrone. Eppure, questo esemplare ha raggiunto i 2 metri di lunghezza, segno che nell’area la pressione predatoria è ridotta.
Le parole degli scienziati
Il biologo marino costaricano Javier Morales, tra i coautori dello studio, spiega:
«Quando lo abbiamo visto, non credevamo ai nostri occhi. Sembrava un animale dipinto. È un caso unico al mondo e ci ricorda che l’evoluzione produce combinazioni sorprendenti».
La genetista marina Claire Dubois aggiunge:
«La sopravvivenza di questo individuo indica che l’ecosistema locale è relativamente sicuro, almeno per squali di queste dimensioni. In altre aree, un colore così vistoso avrebbe probabilmente ridotto le possibilità di arrivare all’età adulta».
Lo squalo nutrice: il “gentile” dei mari
Il Ginglymostoma cirratum, comunemente detto squalo nutrice, è una specie tipica delle acque tropicali dell’Atlantico occidentale.
- Può raggiungere i 3–4 metri di lunghezza.
- È considerato docile, spesso si lascia avvicinare dai sub.
- Si nutre principalmente di crostacei, molluschi e piccoli pesci.
- Vive a contatto con i fondali sabbiosi e corallini, spostandosi lentamente.
Nonostante il nome “squalo”, è ben lontano dall’immagine di predatore aggressivo che popolano i film.
Rarità cromatiche nel mondo animale
Il fenomeno dell’albinismo è noto in molte specie, dal cervo bianco alle tartarughe marine. Anche lo xantismo è stato osservato, ad esempio, in alcuni rettili e pesci. Ma la combinazione dei due – l’albino-xantismo – è praticamente inedita.
In ambito ittico, si tratta di un evento eccezionale. Finora, non era mai stato descritto in squali. Questo rende l’esemplare costaricano un unicum assoluto.
Implicazioni ecologiche
Un colore tanto evidente può avere conseguenze:
- Vulnerabilità maggiore durante la giovinezza, quando lo squalo è piccolo.
- Rischio di caccia illegale: un esemplare così raro potrebbe attrarre l’interesse di collezionisti o mercati neri.
- Turismo subacqueo: l’area potrebbe diventare meta di curiosi, con impatti potenzialmente dannosi sugli ecosistemi.
Gli scienziati invitano alla cautela: «Questo squalo non deve diventare un’attrazione da circo – sottolinea Morales – ma un simbolo da proteggere».
Un mare di misteri ancora nascosti
L’avvistamento dello squalo arancione dimostra che, nonostante satelliti, sonar e scienza avanzata, gli oceani restano tra i luoghi meno esplorati della Terra.
Secondo le stime della NOAA, oltre l’80% dei fondali marini del pianeta è ancora inesplorato. Ogni anno vengono descritte centinaia di nuove specie, e ancora più spesso emergono varianti genetiche inaspettate di animali già noti.
Un richiamo alla conservazione
Il caso dello squalo arancione ci ricorda anche le minacce che incombono sugli oceani:
- pesca eccessiva,
- cambiamento climatico,
- inquinamento da plastica,
- perdita di habitat corallini.
Proprio gli squali, spesso vittime di caccia per pinne e carne, hanno visto crollare le popolazioni globali di oltre il 70% negli ultimi 50 anni.
Conclusione: il valore del raro
L’immagine di questo squalo arancione, reale e non frutto di intelligenza artificiale, è destinata a rimanere come una delle scoperte naturalistiche più affascinanti del decennio.
Non è solo la curiosità di un colore diverso: è la dimostrazione che la natura, quando non la distruggiamo, è capace di sorprenderci ancora, di rivelare bellezza e mistero in forme che non avevamo mai immaginato.
Forse il vero messaggio dello squalo arancione è semplice: proteggere gli oceani significa proteggere la possibilità di meravigliarci ancora.