Aids, "paziente Londra" guarito da Hiv: quasi 3 anni dopo nessuna traccia del virus

Salute

A oltre 30 mesi dal trapianto di staminali al quale era stato sottoposto a Londra, l’uomo non presenta più alcun segno dell’infezione. Adam Castillejo è il secondo paziente al mondo guarito dall’Hiv

Si chiama Adam Castillejo l’uomo ormai noto come “paziente Londra”, divenuto secondo i medici la seconda persona a completare una guarigione da Hiv. Si tratta più che altro di una conferma, visto che la notizia del successo del trapianto di midollo osseo a cui era stato sottoposto il paziente affetto dal virus risale a marzo 2019. All’epoca, erano trascorsi circa 18 mesi dal trattamento: ora, a più di 30 mesi dal trapianto di staminali, come si legge sulla rivista Lancet Hiv, non c’è alcuna traccia del virus del 40enne che ha quindi deciso di rivelare la propria identità.

Secondo paziente al mondo guarito da Hiv

A confermare la guarigione da Hiv del secondo paziente al mondo sono stati i ricercatori dell’Istituto di ricerca sull’Aids IrsiCaixa di Barcellona. Secondo il team, in seguito al trapianto di cellule staminali prelevate da un soggetto con una mutazione genetica che rende immuni al virus, l’uomo “ha smesso di assumere farmaci antiretrovirali” e non presenta più alcuna traccia di Hiv, anche a più di 30 mesi dal delicato trattamento a cui era stato sottoposto diversi anni fa. Il trapianto di midollo osseo, peraltro, si era reso necessario non per l’Hiv, bensì per curare una forma del linfoma di Hodking sviluppata nel 2012. Al termine di queste cure, il cosiddetto “paziente Londra” ha deciso di rendere nota la propria identità, rimasta sconosciuta in un primo momento: l’uomo ha 40 anni e si chiama Adam Castillejo.

Trapianto staminali non utilizzabile per tutti

Il “paziente Londra” diventa quindi il secondo caso al mondo di guarigione dall’Hiv, dopo quello del “paziente Berlino”, ovvero Timothy Brown. Anche per curare quest’ultimo, i medici optarono nel 2007 per un trapianto di cellule staminali, che viene ora considerato un trattamento efficace per debellare l’infezione. Tuttavia, al momento tale terapia non prevede l’utilizzo su larga scala, vista l’aggressività della cura, che la rende ad alto rischio e adatta soltanto a quei pazienti nei quali l’Hiv si sovrappone ad altre malattie che ne minacciano la sopravvivenza. Commentando la propria guarigione, Castillejo ha spiegato al New York Times: “Voglio essere un ambasciatore di speranza”.

 

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