Coronavirus, si aggrava nella notte il premier britannico Boris Johnson: è attaccato al ventilatore polmonare
SaluteCoronavirus, gli ultimi aggiornamenti sulle condizioni del premier britannico Boris Johnson nella notte da Londra
Per il premier britannico, Boris Johnson, ricoverato in
ospedale per coronavirus, si sarebbe reso necessario il ricorso al ventilatore
polmonare. Lo sostiene Ria Novosti citando due fonti del sistema sanitario
nazionale (Nhs). Boris Johnson, 55 anni, era in
quarantena nella sua residenza di Downing St. da quando gli è stato
diagnosticato il COVID-19 il 26 marzo ma ieri pomeriggio è arrivato in ospedale con difficoltà respiratorie.
Come funziona la ventilazione polmonare
Per la
ventilazione polmonare, i pazienti vengono intubati: è una procedura invasiva
che viene condotta in sedazione (il paziente viene anestetizzato) e che
consiste nell’inserire una sonda attraverso il naso o la bocca fino alla
trachea, il condotto che veicola l’aria dall’esterno verso i polmoni. La sonda
può anche essere inserita direttamente nella trachea praticando un piccolo foro
nella parte frontale del collo (con una piccola operazione chirurgica
chiamata tracheostomia).
Il “tubo” è collegato
a un respiratore automatico che può spingere aria nei polmoni a un ritmo e con
una miscela di ossigeno regolabili dal personale medico. L’espirazione avviene
invece in modo passivo sfruttando il ritorno elastico del tessuto polmonare. E’
infine il momento più delicato per gli infermieri e gli operatori ospedalieri
che per praticare le manovre, devono rimanere a lungo a stretto contatto con il
paziente rischiando di contrarre l’infezione.