Nasce un nuovo ordine mondiale: la “maggioranza globale” di Xi e Putin sfida l’Occidente

SOCIETA

Nasce un nuovo ordine mondiale: la “maggioranza globale” di Xi e Putin sfida l’Occidente


Tra Pechino e Tianjin prende forma un blocco politico, economico e militare che si presenta come alternativa al potere occidentale. Non più multipolarismo, ma la costruzione deliberata di un polo contrapposto.
Oltre il multipolarismo: la nascita di un nuovo asse

Non è più soltanto la retorica del “mondo multipolare”. Gli eventi delle ultime settimane in Cina, culminati con il vertice della Shanghai Cooperation Organization (SCO), segnano un passaggio storico: la costruzione di un nuovo ordine mondiale, non come formula teorica, ma come progetto politico concreto.

Il padrone di casa, Xi Jinping, ha indossato i panni dello statista “ri-globalizzatore”: ha invocato un “Sud globale” compatto, fondato su commercio e cooperazione, con Pechino come centro di gravità. Ma è stato l’alleato Vladimir Putin a radicalizzare il concetto, battezzandolo “Maggioranza globale”. Una definizione che non è semplice semantica: è la dichiarazione di un’ambizione – sfidare l’ordine istituzionale internazionale dominato dall’Occidente.

La retorica storica: un’alleanza cementata dal passato

Nel suo intervento, Putin ha riletto la storia della Seconda guerra mondiale, attribuendo un ruolo decisivo alla resistenza cinese nella vittoria dell’Armata Rossa sul nazismo. Un messaggio diretto all’Occidente, accusato di revisionismo e di militarismo, usato come collante per rafforzare il legame con Pechino.

La memoria condivisa diventa così strumento politico: se nel Novecento l’asse era contro il nazifascismo, oggi la nuova narrazione vuole un fronte compatto contro il “neo-imperialismo occidentale”.

L’asse del disordine mondiale: i protagonisti

Gli analisti lo hanno già ribattezzato “Asse del disordine mondiale”. Al vertice del triangolo ci sono Xi Jinping, Vladimir Putin e Kim Jong-un. La presenza del leader nordcoreano alla SCO, alla sua prima uscita in un contesto internazionale così ampio, è stata la sorpresa più eclatante.

L’abbraccio tra i tre leader non è solo simbolico:

  • Pechino sostiene Mosca con appoggi economici e tecnologia a duplice uso.
  • Mosca ricambia con forniture energetiche e con un’alleanza militare che ora si estende anche a Pyongyang.
  • Pyongyang ha già inviato migliaia di soldati sul fronte ucraino e firmato con la Russia un patto di assistenza reciproca.

Il quadro si completa con l’Iran, la cui presenza in tribuna sancisce l’ingresso di Teheran in un fronte che si propone come alternativa compatta all’ordine liberale occidentale.

Le crepe nelle alleanze occidentali

La nuova alleanza capitalizza le fratture nel campo avversario. Gli Stati Uniti devono gestire una NATO segnata da tensioni interne, mentre in Europa crescono spinte nazionaliste e divisioni sulle politiche comuni.

Pechino e Mosca sanno che il tempo gioca a loro favore: la “maggioranza globale” non si limita a evocare numeri demografici (la popolazione dei Paesi coinvolti rappresenta oltre metà del pianeta), ma vuole incarnare la legittimità della maggioranza contro quella che viene descritta come una minoranza ricca e decadente, l’Occidente.

Il volto militare della “maggioranza globale”

La potenza di questo nuovo polo non si esprime solo con discorsi e intese commerciali. La prova più evidente è la parata militare del 3 settembre a Pechino.

Non una celebrazione rituale, ma una dimostrazione muscolare davanti al mondo. Le immagini satellitari hanno già confermato la presenza di alcuni dei sistemi più moderni dell’Esercito popolare di liberazione:

  • Missili ipersonici capaci di aggirare i sistemi difensivi americani.
  • Sistemi anti-nave progettati per tenere a distanza la flotta statunitense nel Pacifico.
  • Droni d’attacco e velivoli di supporto, pensati per un’eventuale offensiva su Taiwan.

In tribuna, gli alleati applaudivano. Un messaggio chiaro: la “maggioranza globale” ha i mezzi per sfidare la supremazia militare occidentale.

L’equilibrio instabile: sfida o contrapposizione?

Il nuovo ordine mondiale non è solo un’idea propagandistica. È la costruzione di un blocco alternativo con:

  • un’ideologia (resistenza all’Occidente, sovranità nazionale assoluta),
  • una struttura politica (SCO e altri forum paralleli al G7 e al G20),
  • una capacità militare sempre più integrata.

Gli analisti si chiedono se si tratti di un equilibrio instabile, destinato a collassare sotto il peso di interessi divergenti, o di un vero polo capace di dettare l’agenda mondiale nei prossimi decenni.

Conclusione: l’alba di una nuova epoca geopolitica

Dopo la Guerra fredda, il mondo ha vissuto trent’anni di supremazia americana. Poi è arrivata l’epoca del multipolarismo, con potenze regionali sempre più assertive. Ora, a giudicare dagli eventi di Pechino e Tianjin, siamo di fronte a un ulteriore salto: la nascita deliberata di un ordine alternativo che non accetta più di giocare entro le regole scritte dall’Occidente.

La “maggioranza globale” di Xi e Putin non è solo un’alleanza di convenienza: è una dichiarazione politica e militare che, per la prima volta, propone un mondo non solo multipolare ma bipolare in contrapposizione.

La domanda che resta aperta è se l’Occidente saprà rispondere con unità o se assisteremo al consolidarsi di un’epoca nuova, con due blocchi in aperta sfida, destinati a ridefinire il XXI secolo. A cura della  redazione di Giornalismo & Democrazia

 

Inserisci il tuo commento