La "tassa" sui contanti: ecco il piano di Renzi

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Il leader di Italia Viva propone una ricetta per mettere definitivamente fuori uso il contante: "Si potrebbe introdurre a una tassa del 10 o 15% per chi lo utilizza"

"Ho una proposta. Dobbiamo superarlo, andare verso la cashless society. Come si fa? Io penso che la prospettiva sia il telefonino". Il leader di Italia Viva presenta in diretta sul social network il suo ultimo libro "La mossa del cavallo". E aggiunge: "L’idea è fare una voluntary disclosure sul contante: io tiro fuori il denaro, pago una tassa che noi immaginiamo al 10-15% e poi non vengo perseguito. Questo potrebbe portare a 100 miliardi immessi in circolo nel mercato". Poi continua: "Oggi c’è tanto contante fermo. Ci sono dai 100 ai 150 miliardi di euro tra cassette di sicurezza e materasso. E questo impedisce di passare alla società senza banconote".


Solo pochi giorni fa, su questo tema, è arrivata la proposta di Vittorio Colao, leader della task force di esperti arruolata dal premier, Giuseppe Conte, per la ripartenza dell’Italia. Ha le idee chiare sui prossimi passi da compiere. In primo luogo, sfruttare il post pandemia per salutare i contanti, fare spazio ai pagamenti elettronici e sferrare un durissimo colpo all’evasione fiscale. Colao spiega: "Concettualmente del contante non c’è bisogno. E nemmeno dei Pos. Ogni smartphone può fare queste operazioni. È chiaro che bisogna creare degli incentivi per chi fa e per chi riceve i pagamenti elettronici. Un po’ di nero lo farebbe emergere". Sempre Colao approfondisce la questione facendo un esempio: "Io non sono per un approccio violento. Però quand’è l’ultima volta che abbiamo avuto il bisogno di avere una banconota da 200 o 500 euro, che non dovrebbero proprio esistere? Io potrei vivere senza ritirare mai al bancomat".


C’è poi un'altra proposta che è arrivata qualche tempo fa direttamente da Matteo Salvini. È esattamente passato un anno infatti da quando l’ex ministro dell’Interno provava a studiare nuove strategie per rimettere in moto l’economia. Il leader della Lega lanciava una proposta: una tassa sulle cassette di sicurezza per rimettere in giro tutti quei capitali fermi. "In Italia ci sono decine, forse centinaia di miliardi fermi nelle cassette di sicurezza. Noi possiamo rimetterli in circuito. Posso farmi pagare un’imposta, se sono soldi frutto di guadagni lecitamente ottenuti, e consentire di usarli nuovamente. Sono soldi nascosti, ma l’Italia è piena di contanti tenuti sotto il materasso".


Salvini spiegava: "Non parlo di soldi all’estero. Se qualcuno ce li ha portati sono affari suoi, ma mi dicono che ci sono centinaia di miliardi in cassette di sicurezza, fermi. Potremmo metterli in circuito per gli investimenti. Si potrebbe far pagare un’imposta e ridare il diritto di utilizzarli".

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