Multate le Poste per mancata consegna di raccomandate

ATTUALITA

Sanzione di 5 milioni dell’Antitrust per i recapiti scorretti, che costringono i consumatori a recarsi allo sportello per il ritiro e ritardano le notifiche.

Promettere e non mantenere può costare caro: l’Antitrust ha multato Poste Italiane con una sanzione di 5 milioni di euro per “raccomandate ingannevoli”. Lo rende noto l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcom), comunicando di aver irrogato a Poste Italiane la sanzione, nell’importo massimo stabilito dalla legge, «per aver adottato una pratica commerciale scorretta in violazione del Codice del Consumo, consistente nella promozione, risultata ingannevole, di caratteristiche del servizio di recapito delle raccomandate e del servizio di Ritiro Digitale delle raccomandate».

Nella nota dell’Authority diffusa dall’agenzia stampa Adnkronos si spiega che è stato «accertato che il tentativo di recapito delle raccomandate non viene sempre esperito con la tempistica e la certezza enfatizzate nei messaggi pubblicitari, venendo, peraltro, frequentemente effettuato con modalità diverse da quelle prescritte dalla legge».

Qui, il Garante punta il dito sul fatto che «Poste Italiane talvolta utilizza per comodità il deposito dell’avviso di giacenza della raccomandata nella cassetta postale anche quando sarebbe stato possibile consegnarla nelle mani del destinatario». Infatti, durante il periodo di emergenza sono state stabilite particolari norme per evitare la diffusione dei contagi: così niente firma sulle raccomandate al momento della consegna da parte del postino, che può mettere il documento nella buca delle lettere, firmando egli stesso la ricevuta, però solo dopo essersi accertato dell’effettiva presenza del destinatario in casa (per approfondire queste modalità leggi anche “Coronavirus: come ritirare una raccomandata“).

Per questo fenomeno – insiste l’Agcom – ci sono stati «numerosissimi reclami dei consumatori che hanno segnalato il mancato tentativo di consegna delle raccomandate, anche quando avevano la certezza di essere stati presenti nella propria abitazione (si pensi ad esempio alle persone costrette a casa in quanto portatrici di handicap o per l’emergenza sanitaria durante il lockdown)».

Cosa succede in questi casi? Si verifica – prosegue l’Autorità – «un inammissibile onere a carico dei consumatori, costretti a lunghe perdite di tempo e di denaro per poter ritirare le raccomandate non diligentemente consegnate».

Su tali situazioni il rilievo operato dall’Antitrust è che «Poste Italiane non ha adottato le dovute misure di controllo e correttive» e inoltre il Garante ha accertato «la sussistenza di omissioni informative anche nei messaggi pubblicitari di promozione del servizio di ritiro digitale delle raccomandate, in quanto non viene chiarito che tale servizio è utilizzabile per i soli invii originati digitalmente».

Gli inconvenienti di tutto ciò non sono solo a carico dei consumatori costretti a fare le file per ottenere una raccomandata che avrebbe dovuto essere consegnata a casa, ma anche – sottolinea l’Authority – «gravi danni al sistema giustizia del Paese per i ritardi dovuti ad errate notifiche nell’espletamento dei processi, soprattutto quelli penali, con conseguente prescrizione di numerosi reati».

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