Reggie, il delfino solitario che nuota e “gioca” coi bagnanti: perché è un rischio per tutti

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Reggie, il delfino solitario che nuota e “gioca” coi bagnanti: perché è un rischio per tutti


Dorset, Inghilterra.
Un delfino che sembra voler fare amicizia con gli esseri umani. Un incontro che, a prima vista, incanta e affascina: il mare che si apre, le pinne che emergono, il sorriso apparentemente stampato sul muso di un cetaceo curioso. Ma dietro l’immagine poetica si nasconde una realtà complessa, che gli esperti continuano a sottolineare con forza: non è un gioco, non è una buona notizia, e può diventare un pericolo sia per l’animale che per le persone.

Da settimane, lungo le coste del Dorset, nel sud dell’Inghilterra, un delfino solitario – battezzato Reggie dai residenti e dai bagnanti che ormai lo riconoscono a vista – si avvicina regolarmente a barche, kayak, paddle board e gruppi di nuotatori. Nuota tra le gambe dei turisti, spinge con il muso chi cerca di toccarlo, segue le imbarcazioni e a volte sembra quasi voler “giocare”.

La scena, che ricorda le sequenze di un film, è diventata virale sui social: centinaia di video mostrano Reggie che volteggia, schizza acqua e si lascia avvicinare. Eppure, i biologi marini non hanno dubbi: un delfino che perde la diffidenza verso l’uomo è un delfino in pericolo.

Il fascino dell’incontro ravvicinato

Chi ha avuto la fortuna di vedere Reggie racconta un’emozione indescrivibile: «Stavo facendo il bagno e all’improvviso ho visto la pinna spuntare a pochi metri», dice un turista. «Ho pensato a uno squalo, poi ho capito che era un delfino. Non riuscivo a crederci: era lì, davanti a me, e sembrava felice».

Il comportamento del cetaceo sembra quasi una ricerca di interazione. Non fugge, non mostra timore: anzi, spesso si avvicina ai gruppi di bagnanti e li accompagna per diversi minuti. Alcuni lo descrivono come un compagno di nuoto, altri come un “giocattolo” vivente, pronto a condividere spruzzi e capriole.

Questo lato spettacolare ha attirato curiosi e appassionati. Molti percorrono chilometri solo per tentare un incontro con Reggie. Alcuni lo cercano con le barche, altri con le tavole da surf. Il fenomeno è diventato quasi un’attrazione turistica improvvisata.

Ma è proprio questo il punto: l’incontro non è affatto privo di rischi.

Perché Reggie non dovrebbe avvicinarsi agli umani

I delfini sono animali selvatici, non animali domestici. Sono mammiferi marini intelligenti, sociali, con una struttura di gruppo molto complessa. Quando un individuo resta solo, senza il suo branco, può manifestare comportamenti anomali: cerca interazione altrove, a volte rivolgendosi agli esseri umani.

Secondo gli esperti, ciò che sembra un “gioco” può trasformarsi in un problema grave:

  1. Pericolo fisico per l’uomo. Un delfino maschio adulto può superare i 200 chili di peso e sviluppare una forza impressionante. Un colpo di pinna, anche involontario, può causare fratture, traumi o annegamenti.
  2. Rischio per l’animale. La vicinanza con le barche espone Reggie alle eliche, alle reti, ai rifiuti. Inoltre, l’abitudine agli umani riduce la sua capacità di difendersi e di sopravvivere in ambiente selvatico.
  3. Stress comportamentale. Gli animali abituati al contatto umano perdono i loro schemi naturali, rischiando di isolarsi ancora di più dai propri simili.

Un problema già visto in altre parti del mondo

Il caso di Reggie non è isolato. Negli ultimi anni, in diversi Paesi europei sono stati segnalati episodi simili: delfini solitari che cercano interazione con le persone. Alcuni di loro hanno finito per ferire, accidentalmente o meno, i bagnanti.

In Francia, il famoso delfino “Zafar” aveva acquisito l’abitudine di spingere i nuotatori sott’acqua: non per aggressività, ma per gioco. Tuttavia, il gioco poteva diventare letale. Anche in Spagna e in Irlanda episodi simili hanno portato le autorità a delimitare aree vietate o a emanare veri e propri divieti di balneazione.

L’allarme degli esperti

Biologi marini, associazioni animaliste e autorità locali lanciano un messaggio univoco: non avvicinarsi a Reggie.

Le linee guida parlano chiaro:

  • Non tentare di toccare o accarezzare il delfino.
  • Non nutrirlo.
  • Non inseguirlo con barche o moto d’acqua.
  • Non restare troppo a lungo vicino a lui.

Il rischio, spiegano, è duplice: la sicurezza dei bagnanti e la salvaguardia dell’animale. Un delfino che perde il suo comportamento naturale non potrà reintegrarsi facilmente con altri esemplari e finirà in una spirale di dipendenza dagli esseri umani.

Reggie e la cultura della natura “addomesticata”

La vicenda di Reggie porta a riflettere su un tema più ampio: il rapporto tra esseri umani e animali selvatici. Spesso, il fascino di un incontro ravvicinato porta a dimenticare che si tratta di creature libere, con esigenze e comportamenti che non devono essere piegati al nostro divertimento.

Lo stesso accade con i cervi che si avvicinano ai centri abitati, con gli orsi nei parchi americani, con le foche nelle spiagge nordiche. Ogni volta che un animale perde la paura dell’uomo, il suo destino diventa più incerto.

Le misure delle autorità locali

In Dorset, la guardia costiera e le associazioni ambientali hanno già diffuso avvisi pubblici: volantini, cartelli sulle spiagge, messaggi online. «Non avvicinatevi a Reggie. Non è un’attrazione turistica, ma un animale selvatico», scrivono.

Si pensa anche a creare “zone cuscinetto” in cui scoraggiare la balneazione, almeno finché il delfino continuerà a sostare nella zona. Alcuni suggeriscono l’intervento di squadre specializzate per monitorare il comportamento dell’animale e capire se può essere reintrodotto in un branco.

Una storia che emoziona ma che deve insegnare

Reggie, con la sua pinna nera che spunta tra le onde, ha conquistato l’immaginazione di centinaia di persone. È diventato, suo malgrado, un simbolo di vicinanza tra l’uomo e il mare. Ma la sua storia non dovrebbe essere raccontata come una favola. Piuttosto, come un monito.

Il vero rispetto per un delfino non è tuffarsi a nuotare con lui, ma lasciarlo libero, a distanza di sicurezza, affinché possa tornare a comportarsi da delfino e non da “giocattolo” umano.

???? In sintesi:

  • Reggie non è un fenomeno positivo, ma il segnale di un animale in difficoltà.
  • L’interazione con l’uomo mette a rischio sia i bagnanti che il delfino.
  • L’unica azione responsabile è mantenere la distanza, per permettere a Reggie di recuperare i suoi comportamenti naturali.

 

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