SPIAGGE MALATE: L'ITALIA CHE AFFOGA NEI SUOI SCARICHI Nascosto dietro le cartoline dell’estate

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SPIAGGE MALATE: L'ITALIA CHE AFFOGA NEI SUOI SCARICHI


Nascosto dietro le cartoline dell’estate, il volto sommerso del degrado ambientale delle nostre coste

di Giornalismo & Democrazia

INTRODUZIONE: L’INGANNO DELLE ACQUE TRASPARENTI

Da nord a sud, l’Italia custodisce 7.500 chilometri di coste, lambite da mari cristallini, spiagge affollate e bandiere blu sventolanti. Ma sotto la superficie scintillante dell’estate 2025 si nasconde un’altra realtà, ben più torbida: quella delle spiagge più inquinate d’Italia.

Dietro il turismo balneare – settore che muove oltre 30 miliardi di euro l’anno – si celano scarichi abusivi, depuratori malfunzionanti, reflui urbani che arrivano direttamente in mare. E a pagare il prezzo più alto sono proprio le spiagge più frequentate, dove ogni estate milioni di persone si immergono ignare della qualità reale delle acque.

Secondo il dossier 2025 di Goletta Verde di Legambiente, su 388 punti campionati, oltre un terzo è risultato inquinato o fortemente inquinato. Nella maggior parte dei casi, si tratta di tratti costieri vicini a foci di fiumi o canali urbani, dove non esiste alcuna segnalazione di pericolo.

I NUMERI DELL’EMERGENZA

  • 388 punti monitorati tra mari e laghi (estate 2025)
  • 134 risultati "oltre i limiti"
  • 79 giudicati “fortemente inquinati”
  • 54% delle foci campionate è risultato contaminato da batteri fecali (Escherichia coli, Enterococchi intestinali)
  • In oltre il 90% dei punti inquinati, non è presente alcuna cartellonistica informativa per i bagnanti
  • Multe UE per mancata depurazione: oltre 100 milioni € all’anno

LA MAPPA DELLE SPIAGGE PIÙ INQUINATE D’ITALIA (ESTATE 2025)

Abbiamo analizzato i dati regione per regione per disegnare una mappa delle criticità ambientali lungo le nostre coste.

LIGURIA – Acque torbide sotto le Cinque Terre

Tra le coste più amate d’Italia, la Liguria nasconde profonde ferite.

Nel 2025, oltre la metà dei punti campionati lungo il litorale ligure è risultato oltre i limiti. Alcune delle spiagge più inquinate:

  • Spiaggia di Recco – vicino alla foce del torrente omonimo: batteri fecali oltre il triplo della soglia
  • Manarola (Cinque Terre) – scarichi non depurati in un’area Patrimonio UNESCO
  • Foce del torrente Argentina (Imperia) – tra le più inquinate della regione
  • Riva Trigoso (Sestri Levante) – spiaggia frequentata, ma con acque a rischio

TOSCANA – Le “Spiagge Bianche” e il loro veleno

Toscana, regione d’arte e di mare, paga ancora lo scotto di decenni di industria chimica.

  • Spiagge Bianche di Rosignano Marittimo (LI): appaiono tropicali per via del fondale chiaro, ma in realtà sono cariche di residui di carbonato di calcio e soda caustica scaricati dalla Solvay. Sito inquinato certificato.
  • Foce del Cecina – punto critico con livelli record di Escherichia coli
  • Marina di Massa – zona costiera fortemente compromessa da scarichi agricoli

LAZIO – Il grande malato del Tirreno

Il Lazio, e soprattutto la costa romana, è uno dei punti più critici del Paese. I depuratori sono obsoleti, sottodimensionati o del tutto assenti.

  • Marina di Ardea – tra i punti più contaminati del Lazio
  • Lido dei Gigli (Anzio) – livelli record di batteri fecali
  • Foce del fiume Marta (Tarquinia) – lo scarico diretto in mare è pressoché incontrollato
  • Focene – zona frequentata da famiglie, ma l’acqua risulta “fortemente inquinata”

CAMPANIA – L'inferno del Golfo

Il Golfo di Napoli rappresenta una delle emergenze ambientali storiche d’Italia.

  • Foce del fiume Sarno – uno dei corsi d'acqua più inquinati d'Europa
  • Castellammare di Stabia – spiagge ancora balneabili ma con acque compromesse
  • Foce del fiume Volturno – livelli di inquinamento costantemente oltre i limiti
  • Litorale Domizio – sversamenti abusivi e criminalità ambientale

CALABRIA – L’altro volto del Sud

La Calabria ha potenzialità straordinarie, ma è tra le peggiori regioni per il numero di impianti di depurazione assenti o non funzionanti.

  • Foce del Mesima (Vibo Valentia) – batteri oltre soglia in modo cronico
  • Praia a Mare (CS) – depurazione inadeguata a fronte dell’afflusso turistico
  • Foce del fiume Savuto – punto critico da anni, mai bonificato

MARCHE – Adriatico tradito

  • Foce del fiume Chienti (Civitanova) – contaminazione da reflui
  • Porto Recanati – spiagge turistiche con acqua al limite della balneabilità
  • Fiume Esino – scarichi agricoli e zootecnici influenzano la qualità marina

ABRUZZO – I limiti dell’industria idrica

  • Pescara – foce del fiume omonimo: la qualità dell’acqua è pessima da anni
  • Ortona e Vasto – acque torbide e inquinate da scarichi non trattati

MOLISE – Un piccolo caso nazionale

Il Molise ha solo 35 km di costa, ma anche qui l’inquinamento colpisce:

  • Foce del Sinarca (Termoli) – uno dei punti più inquinati del medio Adriatico

SICILIA – Bellezza e ferite

  • Foce del fiume Oreto (Palermo) – presenza di colibatteri tripla rispetto ai limiti
  • Gela – contaminazione industriale + scarichi fognari
  • Avola e Marina di Modica – tratti in cui la depurazione è ancora affidata a impianti vecchi o inesistenti

GLI ERRORI SISTEMICI: PERCHÉ LE SPIAGGE RESTANO MALATE

  1. Mancanza di depurazione: secondo l’ISPRA, oltre 700 comuni italiani scaricano reflui direttamente nei fiumi o nei mari.
  2. Abusivismo e edilizia costiera: molti scarichi sono clandestini o connessi illegalmente alle reti pluviali.
  3. Inadeguatezza dei controlli: il 90% dei punti critici non è segnalato da cartellonistica informativa.
  4. Mancanza di trasparenza: i dati di balneabilità sono spesso vecchi di settimane, mentre l’inquinamento cambia in pochi giorni.

COSTI SOCIALI E SANITARI DELL’INQUINAMENTO BALNEARE

  • Aumento delle infezioni gastro-intestinali e cutanee
  • Diminuzione della biodiversità marina costiera
  • Perdita economica per imprese turistiche locali
  • Multe europee per infrazioni ambientali reiterate
  • Aumento del controllo criminale dei rifiuti in alcune aree

CHI STA FACENDO COSA: INTERVENTI, RITARDI E COMPLICITA’

  • Governo centrale: annuncia fondi ma spesso non li sblocca
  • Regioni: in alcuni casi virtuose (come Emilia-Romagna), in altri completamente immobili
  • Comuni costieri: i più inadempienti, spesso privi di risorse o collusi
  • Cittadini: ancora scarsamente informati, ma sempre più attivi tramite app e segnalazioni dirette

COSA PUÒ FARE IL CITTADINO

  • Consultare i dati di ARPA regionali aggiornati
  • Usare app come "Acque Pulite" o "Goletta Verde"
  • Segnalare scarichi sospetti a Noe dei Carabinieri o alla Capitaneria di Porto
  • Partecipare a giornate di citizen science o a campagne come Spiagge Pulite
  • Pressare sindaci e consiglieri locali per investire nei depuratori

CONCLUSIONE: IL DOVERE DI RACCONTARE E DI CAMBIARE

L’Italia è un Paese che ha il privilegio di essere circondato dal mare. Ma questo privilegio rischia di diventare una trappola se non si cambia rotta.

Il diritto a un bagno pulito non è solo una questione di comfort, ma un diritto ambientale, sociale e costituzionale. Ogni spiaggia inquinata è un pezzo di futuro che perdiamo. Ogni scarico abusivo è una ferita aperta sul corpo del Paese.

Non possiamo più permetterci di ignorarle. È tempo di guardare sotto la superficie.

 

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