Putin, Xi Jinping e il sogno di immortalitàTrapianto continuo di organi e biotecnologie vivere fino a 150 anni
POLITICATrapianto continuo di organi e biotecnologie, si potrà vivere fino a 150 anni
Immortalità a Piazza Tienanmen: la conversazione sussurrata tra Putin e Xi
L’apertura della scena
Pechino, Piazza Tienanmen. Il cielo è velato da una foschia che sembra parte integrante del cerimoniale. È il giorno in cui la Cina celebra l’80° anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale e della liberazione dall’invasione giapponese.
Decine di migliaia di spettatori siedono ordinatamente, 50.000 presenze calcolate dagli organizzatori, mentre truppe in uniforme marciano al ritmo cadenzato delle percussioni militari. Il corteo dei leader si apre con Vladimir Putin, Xi Jinping, Kassym-Jomart Tokayev e Shavkat Mirziyoyev, accompagnati da Kim Jong Un, spettatore attento e sorpreso.
In questo scenario, che mescola memoria storica e proiezione di potenza, un dettaglio inatteso cattura l’attenzione: un microfono aperto, sfuggito al rigore protocollare.
Il dialogo imprevisto
Mentre Putin e Xi camminano affiancati, spalla contro spalla, la traduttrice del presidente russo pronuncia parole che, tradotte, scuotono lo spettatore:
«La biotecnologia si sta sviluppando continuamente, gli organi umani possono essere trapiantati incessantemente. Più a lungo si vive, più si diventa giovani. Si può persino raggiungere l’immortalità».
La voce della traduzione scivola tra le note della banda militare, ma resta impressa. L’eco di quella frase – “immortalità” – si mescola al rumore dei carri armati che entrano nella piazza.
Xi risponde in tono calmo, quasi filosofico:
«Alcuni prevedono che in questo secolo gli esseri umani potranno vivere fino a 150 anni. In passato si raramente superavano i 70, ma oggi, a 70 anni, sei ancora un bambino».
Kim sorride. Forse capisce, forse no. Ma la scena rimane.
Una parabola di potere e biologia
Che due leader mondiali scelgano proprio questo tema, la vita e la morte, l’allungamento dell’esistenza e l’idea di immortalità, è un dettaglio che dice molto.
La politica internazionale spesso si gioca su eserciti, sanzioni, petrolio e gas. Ma il futuro – suggerisce questo scambio rubato – potrebbe giocarsi sul controllo della biotecnologia e delle scienze della vita.
La coreografia della memoria
La parata continua. Carri armati verniciati di nuovo, missili puntati verso il cielo, migliaia di soldati che scandiscono i passi in perfetta sincronia. È la teatralità del potere: mostrare forza, disciplina, unità.
Ma in sottofondo rimane l’immagine di due uomini che, anziché parlare di missili ipersonici o strategie militari, discutono di organi trapiantabili, di giovinezza perpetua, di vite centenarie.
Bioetica a cielo aperto
Le parole pronunciate a Tienanmen si innestano in un dibattito antico: fino a che punto può spingersi la scienza nel manipolare il corpo umano?
Esperti di bioetica osservano che i trapianti continui, evocati da Putin, pongono interrogativi non solo medici ma anche etici: chi avrebbe accesso a questi organi? Chi controllerebbe la loro distribuzione? Si creerebbe una nuova aristocrazia biologica, in grado di vivere oltre un secolo e mezzo?
Xi, con il suo riferimento ai “150 anni”, ricorda una narrazione tipica del XXI secolo: la promessa della longevità come nuova frontiera della politica.
Geopolitica della longevità
La scienza della vita non è neutrale. Cina e Russia, discutendo apertamente di queste possibilità, mandano un messaggio implicito: chi controllerà la biotecnologia controllerà anche il futuro della popolazione, della forza lavoro, della stabilità sociale.
Negli Stati Uniti, intanto, Silicon Valley investe miliardi in progetti di estensione della vita: crioconservazione, editing genetico, nanotecnologie. In Europa, il dibattito è più lento, frenato da regolamentazioni etiche.
Pechino e Mosca scelgono di parlarne in pubblico, davanti al mondo. È un segnale.
L’effetto mediatico
La televisione di Stato cinese, Cctv, ha trasmesso la scena in diretta. Bloomberg ha ripreso il passaggio. Agenzie come Reuters e Ap hanno rilanciato.
Il Ministero degli Esteri cinese ha scelto il silenzio. Putin, invece, ha confermato lo scambio con i giornalisti, con un mezzo sorriso.
Questa scelta di comunicazione opposta è già un messaggio: Mosca gioca sul fascino del sensazionalismo, Pechino mantiene l’aura di impenetrabilità.
Il silenzio che parla
Quando Xi riprende la parola, l’audio svanisce. Le telecamere mostrano la folla, le bandiere, i soldati. Poi, trenta secondi dopo, i tre leader – Putin, Xi e Kim – riappaiono insieme sui gradini del podio.
Il dettaglio tecnico diventa simbolico: un frammento di futuro è stato svelato, poi ricoperto da un velo di silenzio.
Implicazioni culturali
Immaginare leader di superpotenze discutere di immortalità non è solo un aneddoto curioso. È un riflesso del nostro tempo.
Le società che un tempo lottavano per il pane e la pace, oggi guardano alla gestione del tempo biologico.
“Settant’anni oggi sono l’inizio della vita”, dice Xi. È un rovesciamento culturale: dove le generazioni passate vedevano vecchiaia e declino, il presente vede potenziale, continuità, futuro.
Immortalità e potere
Nella storia, l’ossessione dei potenti per la vita eterna non è nuova. Dall’elisir degli imperatori cinesi alle pratiche alchemiche europee, il mito della longevità è sempre stato legato al potere.
Oggi, però, non si parla più di magia ma di scienza misurabile, dati, sperimentazioni cliniche, laboratori biotecnologici. Se i leader parlano di 150 anni di vita, è perché dietro esistono già progetti, ricerche, finanziamenti.
Un messaggio al mondo
La conversazione tra Putin e Xi, accidentalmente resa pubblica, è quindi più che un dettaglio curioso: è un messaggio geopolitico.
Non solo carri armati e missili, ma scienza della vita come terreno di competizione globale.
Il futuro potrebbe non essere deciso solo dalla forza militare, ma anche da chi saprà offrire ai cittadini – o almeno alle élite – più anni, più salute, più “giovinezza”.
Conclusione
La parata di Tienanmen, con i suoi rituali solenni e i suoi simboli di potenza, resterà negli archivi come una celebrazione storica. Ma ciò che molti ricorderanno sarà un dialogo improvviso, sfuggito al protocollo: due leader che parlano di trapianti, di longevità, di immortalità.
Un sogno antico, una prospettiva scientifica, un messaggio politico.
E forse, l’inizio di una nuova era in cui la politica del futuro non sarà solo geopolitica, ma biopolitica: il governo della vita stessa.