???????? VACANZE SOTTO ATTACCO – I LADRI DEL WEB COLPISCONO GLI HOTEL ITALIANI

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VACANZE SOTTO ATTACCO – I LADRI DEL WEB COLPISCONO GLI HOTEL ITALIANI


Passaporti, carte d’identità e dati sensibili in vendita nel dark web: migliaia di turisti nel mirino

Il paradiso delle vacanze trasformato in un incubo digitale

Sole, mare, città d’arte. La valigia pronta, l’hotel prenotato, e quella sensazione di libertà che accompagna l’inizio di ogni vacanza.
Ma dietro il sorriso di un receptionist e la routine di un check-in, si cela un pericolo invisibile, silenzioso e letale per la privacy: i criminali informatici hanno messo gli hotel italiani nel mirino.

Proprio nelle ultime ore, il CERT-AGID, organismo governativo di difesa informatica, ha lanciato un allarme di gravità senza precedenti: decine di migliaia di documenti d’identità trafugati dagli archivi di strutture ricettive sono finiti in vendita nel dark web. Non si tratta di vecchi dati, ma di scansioni ad altissima risoluzione, recenti, con ogni minimo dettaglio visibile.

Dati venduti come merce pregiata nel mercato nero

Secondo fonti vicine alle indagini, le immagini rubate – passaporti, carte d’identità, documenti di riconoscimento – vengono offerte nei circuiti criminali online a prezzi variabili in base alla nazionalità del titolare.
Un passaporto europeo può valere centinaia di euro, se accompagnato da informazioni di contatto e carte di pagamento. Per i criminali, sono chiavi universali: con quei dati è possibile aprire conti correnti, richiedere prestiti, effettuare frodi finanziarie o addirittura viaggiare sotto falsa identità.

E la cosa più inquietante? Gli utenti colpiti non sapranno nulla… almeno finché non sarà troppo tardi.

Il caso Venezia: 38.000 identità rubate in un colpo solo

L’allarme è esploso quando un noto attore del cybercrimine, noto come mydocs, ha pubblicato un annuncio in un forum del dark web:

“38.000 immagini scansionate di documenti d’identità e passaporti di ospiti internazionali disponibili. Hotel Ca’ dei Conti – Venezia. Dati freschi, accesso luglio 2025.”

La struttura, un hotel a 4 stelle nel cuore della città lagunare, è ora al centro di un’indagine serrata. Il furto sarebbe avvenuto tramite un “accesso non autorizzato” ai sistemi interni. Un singolo breach che ha trasformato il database dell’hotel in una miniera d’oro per i criminali.

Un fenomeno in rapida espansione

Gli esperti di Hackmanac confermano: l’industria alberghiera europea è sotto attacco. Italia e Spagna sono i bersagli preferiti, complice l’altissimo flusso turistico e l’enorme quantità di dati sensibili raccolti ogni giorno.
Gli hacker sanno che, per motivi di legge e sicurezza, gli hotel devono conservare copie digitali dei documenti di identità presentati al check-in. E proprio questi archivi diventano obiettivi perfetti: contengono dati completi, verificati e recenti.

Le tecniche di attacco: non solo phishing

Contrariamente a quanto si crede, questi furti non avvengono solo con mail truffa o link ingannevoli.
Gli attacchi più frequenti sfruttano:

  • Vulnerabilità nei software gestionali degli hotel
  • Accessi remoti non protetti
  • Account di dipendenti compromessi
  • Ransomware che copiano i dati prima di criptarli

In alcuni casi, i criminali restano nei sistemi per mesi, copiando ogni nuovo documento in tempo reale.

Perché proprio gli hotel?

Le strutture ricettive sono una miniera di dati:

  • Documenti d’identità completi
  • Carte di credito
  • Numeri di telefono e email
  • Date di soggiorno (utili anche per rapine in casa, sapendo che il cliente è in viaggio)

Il tutto archiviato in sistemi spesso obsoleti, senza le stesse misure di sicurezza di banche o enti pubblici.

I rischi concreti per le vittime

Chiunque abbia soggiornato in una struttura colpita rischia:

  • Furto d’identità per aprire conti o contrarre debiti
  • Clonazione di documenti per viaggi o attività criminali
  • Truffe mirate, sfruttando dati personali per rendere credibili richieste di denaro
  • Accesso illecito a servizi online se i dati vengono incrociati con altre informazioni rubate

Il problema è che questi danni possono emergere anche anni dopo il furto.

Una minaccia globale, un problema locale

Mentre a livello internazionale si moltiplicano le task force contro il cybercrime, molte strutture alberghiere italiane non dispongono nemmeno di un responsabile interno per la sicurezza informatica.
Il settore, concentrato sull’accoglienza e sull’esperienza del cliente, sottovaluta la protezione digitale, dimenticando che oggi il furto di dati può essere più dannoso di un furto fisico.

L’appello degli esperti: aggiornare, formare, proteggere

Gli esperti del CERT-AGID raccomandano misure immediate:

  • Aggiornamento dei software gestionali
  • Crittografia dei dati
  • Accesso ai database solo per personale autorizzato e formato
  • Backup sicuri offline

E soprattutto: trasparenza con i clienti, avvisandoli subito in caso di violazione.

Un’estate sotto assedio digitale

Questa non è una semplice storia di hacker. È un attacco diretto alla fiducia che i viaggiatori ripongono negli hotel.
Il check-in, un tempo semplice formalità, è ora un potenziale passaggio di consegne di dati preziosi… direttamente nelle mani del crimine organizzato.

Con il turismo in piena ripresa post-pandemia, gli hotel italiani devono capire che non basta offrire suite di lusso e colazioni panoramiche: la vera ospitalità oggi include anche protezione digitale.

 

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