Un nuovo studio ha rivelato un significativo sistema di cunicoli attraverso i quali l’acqua calda raggiunge la superficie ghiacciata.
AMBIENTENel corso della ricerca gli esperti hanno individuato, inoltre, come il più grande dei canali, che collega il ghiacciaio con Pine Island Bay, è profondo più di 800 metri e largo 20 chilometri
Il fondale marino nelle profondità del ghiacciaio Thwaites, situato nell’Antartide occidentale, ospita un gran numero di canali attraverso i quali l’acqua calda dell’oceano potrebbe raggiungere il fondo della calotta glaciale. Ad indicarlo è uno studio pubblicato questo mercoledì sulla rivista Cryosphere. La scoperta è il risultato di una spedizione congiunta tra gli studiosi inglesi ed americani che hanno visitato il ghiacciaio tra i mesi di gennaio e marzo del 2019, che, con circa 192.000 chilometri quadrati, ha un’estensione paragonabile alla Gran Bretagna.
Nel corso della ricerca gli esperti hanno individuato, inoltre, come il più grande dei canali, che collega il ghiacciaio con Pine Island Bay, è profondo più di 800 metri e largo 20 chilometri. Le aree della calotta glaciale che dal 1993 si sono staccate dal fondo, a seguito del ritiro del ghiacciaio, presentano, inoltre, numerose cavità ampie, in media, 112 metri. In una ricerca del British Antarctic Survey (BAS), l’autore principale di uno degli articoli, Tom Jordan, ha osservato come i canali e le cavità rilevati dalla spedizione “sono più profondi di previsto“. “È molto probabile che i canali marini, insieme al sistema di cavità adiacenti, siano il percorso attraverso il quale l’acqua calda dell’oceano passa sotto la piattaforma di ghiaccio fino alla linea di collegamento con il terreno, dove il ghiaccio si incontra con il fondale“. Lo studio rappresenta un passo importante, per gli esperti, nella comprensione delle profondità dei ghiacci antartici. “Per la prima volta – concludono gli studiosi – abbiamo una visione chiara dei percorsi attraverso i quali l’acqua calda può raggiungere il fondo del ghiacciaio, facendolo sciogliere e contribuendo all’innalzamento del livello del mare“.