Conte non deve cadere: così Berlusconi e 5S si preparano (incredibilmente) a convivere

GOVERNO

Salvare il governo Conte. A qualsiasi costo, come il soldato Ryan della celebre pellicola diretta da Steven Spielberg.

Salvare il governo Conte. A qualsiasi costo, come il soldato Ryan della celebre pellicola diretta da Steven Spielberg. Con la differenza che mentre il militare americano andava difeso a tutti i costi in quanto diventato, a sua insaputa, simbolo di speranza in un Paese in ginocchio, qui da proteggere ci sono più volgarmente poltrone e interessi personali. E allora via alle grandi manovre per evitare che l’esperienza giallorossa, nonostante i mille tentennamenti, possa chiudersi in anticipo. Il ruolo chiave spetta a lui, Gianni Letta, l’uomo chiamato a fare da ponte tra Forza Italia, al momento ancora all’opposizione, e l’esecutivo.

Letta ha già incontrato in queste ore Luigi Di Maio, uno che un tempo scendeva in piazza a gridare contro lo “psiconano” di grillina memoria e che ora, invece, siede agevolmente al tavolo di quella casta politica da abbattere a ogni costo. Un faccia a faccia servito a preparare ulteriormente il terreno e a ragionare sulle modalità, in modo da evitare che la figuraccia sia ancora più grande per i Cinque Stelle: il Movimento è storicamente avversario di Berlusconi e un suo ingresso nella compagine giallorosa sarebbe impossibile da far digerire a quei pochi elettori rimasti. E così la soluzione al vaglio è quella di un Cavaliere defilato che si limita a benedire l’appoggio a Conte dei moderati azzurri.+

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Un piano che piace, e non poco, al premier, che vede la sua permanenza a Palazzo Chigi messa pericolosamente in discussione dagli ultimi, ennesimi scossoni tra Italia Viva, Pd e M5S. Mes e revoca delle concessioni sono soltanto due degli scogli che si stagliano pericolosamente all’orizzonte, con la nave giallorossa già parecchio ammaccata e che non reggerebbe un ulteriore colpo. Berlusconi arriverebbe così proprio al momento giusto per iniziare le operazione di salvataggio. Magari in due tempi, con un primo rimpasto (invocato in questi giorni anche da molti esponenti dem) propedeutico a un successivo allargamento della maggioranza.

L’idea stuzzica non poco lo stesso Berlusconi, che in questo modo potrebbe proseguire l’ormai avviato tentativo di riabilitazione: oggi il Cavaliere, accantonato un passato burrascoso e ancora pieno di passaggi oscuri, si propone come leader moderato, responsabile, con un forte senso delle istituzioni. Un narrativa che fa storcere il naso a qualcuno, sì, ma che tutto sommato i Cinque Stelle non sembrano osteggiare più di tanto. In ballo, d’altronde, ci sono pur sempre le loro poltrone.

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