Le scuse di ​von der Leyen: “Italia, ora siamo con voi”

POLITICA

Ho ascoltato le parole della Presidente della Commissione Europea, e sono lieto che le abbia pronunciate; ora, però, prima di riconoscere all’UE un qualsivoglia merito, aspettiamo che gli aiuti siano definiti.

Le scuse di Ursula von der Leyen

La Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha fatto un intervento su Repubblica dove sostanzialmente si scusa con l’Italia. Segue un pezzo dell’intervista.

L’Italia è stata colpita dal Coronavirus più di ogni altro Paese europeo. Siamo testimoni dell’inimmaginabile. Migliaia di persone sottratte all’amore dei loro cari. Medici in lacrime nelle corsie degli ospedali, col volto affondato nelle mani. Un Paese intero chiuso per quarantena. Ma il Paese colpito più duramente, l’Italia, è diventato anche la più grande fonte di ispirazione per noi tutti. Migliaia di italiani hanno risposto alla chiamata del governo e sono accorsi ad aiutare le regioni più colpite.

Come cita Agi, il discorso poi prosegue con affermazioni del tipo: “bisogna riconoscere che nei primi giorni della crisi, di fronte al bisogno di una risposta comune europea, in troppi hanno pensato solo ai problemi di casa propria”. E ancora “l’Europa ha cambiato passo”.

Poi passa ad un breve accenno su quelli che saranno gli aiuti economici d’ora in avanti:

L’Unione stanzierà fino a cento miliardi di euro in favore dei Paesi colpiti più duramente, a partire dall’Italia, per compensare la riduzione degli stipendi di chi lavora con un orario ridotto. Questo sarà possibile grazie a prestiti garantiti da tutti gli Stati membri.

Meno parole, più fatti

Noi italiani lo stiamo imparando sulla nostra pelle: dell’UE io, personalmente, mi fido davvero poco. Sappiamo tutti che i politici sono bravissimi a parlare; il loro lavoro è proprio quello (in primis) di convincere le masse a dar loro fiducia. Per questo motivo ascolto le parole di von der Leyel con un po’ di timore.

La paura è data dal menefreghismo che gli Stati dell’Unione hanno dimostrato dall’inizio dell’emergenza. Non dimentichiamoci che i vincoli sul patto di stabilità, sono stati (temporaneamente) rimossi, solo quando il Covid-19 ha colpito direttamente Francia e Germania. Prima di quel momento, non era nemmeno stata considerata l’eventualità di prendere questo provvedimento.

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